Salinari

 

A cura di Domenico CORTESE

 

 

 

Tantissimi hanno visitato la Salina e molti di essi hano scritto. Una cosa in particolare accomuna quasi tutti gli scritti: il paragone con l�Inferno Dantesco.

Leonardo Alberti, frate domenicano, intorno al 1525, cos� descrive la salina �Quindi un miglio discosto vi sono le miniere di sale, In vero � cosa meravigliosa ad entrare in quelle lunghe fongie fatte nelle viscere dell'altissimo monte, delle quali alcune entrano mezzo miglio, et altre uno et pi�, ove cavano il sale�.

Il Melograni, nel 1811, sulle condizioni degli operai: �L'altro inconveniente che si present� agli occhi miei fu di vedere, che il trasporto del sale dall'interno della miniera al giorno, si esegue l� sulla schiena degli uomini adulti e de ragazzi. I primi ne portano in ogni viaggio un cantajo in pezzi solidi attaccati colla fune; i secondi un mezzo cantajo di "sterro" nei sacchi. � cosa compassionevole l'osservare, una processione di uomini nudi far l'uffizio di bestie, e serbare marciando una linea sola, onde niuno s'impacci ed urti insieme nei calli angusti che deve battere, ed  ognuno di essi, oppresso dal peso, ed affannato dal calore soffocante della miniera, arriva al giorno anelante e coll'anima in bocca� .

POLIORAMA PITTORESCO (1839/40): �Era l'alba di un be1 giorno di agosto, allorch� compreso da dolci rimembranze scendea dalle collinc di Altomonte, e per una china facile e piacevole, giunsi in compagnia di taluni amici alla Salina prima detta di Altomonte, oggi di Lungro; il quale da povero casale Albanese di Altomonte, merc� il lavorio, il traffico e il trasporlo del sale, si eresse a riguardevole comune, anzi a capoluogo del circondario��Rinvenni nello spazio vicino all'ingresso della Salina, detto Mandriglio una  moltitudine di vetturini, vidi un continuo affaccendarsi di pi� persone, un brulichio di operai, un andare e redire, un perpetuo movimento; udii un baccano, ed un alternarsi di voci Italiche ed Albanesi. Entrato coi miei compagni nelle ime bolge a lume di tremole fiaccole, un sentimento misto di curiosit�, di piacere e di terrore ci corse nell'animo alla insolita novit�. Sorprendente spettacolo era quello che ci si profferiva; monti, valli, gradinate , pavimenti di antiche gallerie, scoscendimenti, tutto di salgemma ... e nello scendere quelle lunghissime scale mi tornavano alla mente quei versi dell�Alighieri.

� Tu ben vedrai siccome sa di sale

lo pane altrui, e quanto e duro calle

lo scendere e salir per l�altrui scale.

versi che si rendevano pi� espressivi nell�interno di quell�ipogeo, in un aere senza stelle, alla vista di tanti individui ignudi e trafelanti in fendere con picconi, digrossare e pulire ruvidi e duri macigni, o curvi sotto il peso di grosse moli che si avevano addossate, e facentisi largo gridando: �vem jast � vem jast� Andiamo fuori, andiamo fuori. Mi sembravano spettri vagolanti nel regno delle ombre. Era scomparso il bel zaffiro del Cielo Italico, n� pi� si udiva l�armonico e dolcissimo linguaggio della terra e del sole. Si udivano invece parole ed accenti di un altro linguaggio, e rintronava le orecchie il tremito della montagna, lo scricchiolare dei balzi sassosi, da cui si divelleano enormi pietre di sale, e il rimbombo di queste quando gi� precipitavano, misto al duro e aspro accordo dei replicati colpi dei travagliatori�.

Giuseppe Samengo cos� recita: �... Dirupandosi quindi come per lo pendio di una montagna per una scala di pessima costruzione e gi� crollante si discende alla galleria denominata Fossa Inferiore; la quale � una viva rappresentanza dell'Inferno Dantesco, siccome questo lo � in parte del mondo fisico e morale...

Qua una serie non mai interrotta di gallerie deserte, abbandonate, ravvolte in buio perenne, e ammonticchiate le une sulle altre quanto l'occhio pu� salire; l� un caos scoriente di sale di ogni forma, d'ogni grandezza buttato accavallato nel disordine il pi� bizzarro e il pi� maestoso; pi� in l� una vastissima aia tutt'adorna e accesa  come sala di teatro in d� di festa; ed archi e stecconati e piramidi e colonne e pareti intagliate a cesello, nelle quali, come in un prisma solare si riflettono in mille e diversi colori i raggi riverberati de' lumi sospesi in ogni viottolo e in ogni chiassetto della gran Miniera; e tutta questa immensa e confusa congerie di mura, di tetti, di spiragli, di cammini stivata sparpagliata campata in aria come l'ali immani attaccate al corpo di un immane augello; e tutto questo bacino irregolare solcato e risolcato per tutti i versi e in tutte le guise a scompartimenti, a gironi, a triangoli, a ghirigori; e per questo andirivieni, e per questi intralciamenti, Impiegati, Capi e Sotto-Capi, che s'incontrano e s'urtano a tutt'ore aprendo e rimprocciando una moltitudine rimescolata d'uomini, di fanciulli, di vecchi e giovani travagliatori che a maniera di un pelago tempestoso rotto tra innumerevoli scogli or va ora viene ora scorre ora stagna e sempre spuma e gorgoglia; e il rotolar dei massi che rovesciano lungo il vano de' precipizi, i colpi di martello de' minatori, il brulicare degli operai, i lamenti de' feriti, il fruscio delle pedate, il rimbalzo de' pavimenti, il rimbombo de' sotterranei, e tutte queste voci e tutti questi rumori frequenti, sonori, animati, ti fremono, ti oscillano dintorno come un sol grido lungo eguale continuo....... �

Il De Marchis: �A colui, che nei studi primi della giovent� � gradito immergersi nella lettura del Sommo Ghibellino, e si be� nelle deliziose immagini, che abbellano il passaggio del triplice regno, rappresentano quelle cavernose bolge una scena interessante, da evocare alla rimembranza dello spirito  quegli immensi scompartimenti, che il Poeta con infrenata fantasia finge dell�inferno -Osservate quelle centinaia di nudi lavorieri, intenti al taglio del Sale nei vari siti delle Gallerie, al fioco lume di poche lucerne, che moltiplica le ombre projettate s� i bianchi massi, e confessate se la rabbrividita immaginazione non vi slancia nei grandi gironi concentrici, sedi del dolore, e della eterna disperazione ?

Il Padula: �La galleria Fossa Inferiore ricorda l'inferno dantesco.  Precipizii   sospesi sulla testa,  precipizii aperti sotto i piedi, massi enormi di barda che minaccia rovina. Qua gallerie deserte, buie, l'una sull'altra, l� un'aia qual sala di teatro ad archi e piramidi, e pareti intagliate, riflettenti la luce dei lumi sospesi in ogni viottolo; e, per quel labirinto uomini e fanciulli; e massi che rotolano, e colpi di martelli; e rimbombo dei sotterranei�

Quale scena pietosa! Il sale � portato fuori sulle spalle di uomini e di ragazzi. I primi ne portano ad ogni viaggio un cantaio attaccato con funi. I secondi estraggono un mezzo cantaio di sterro dentro i sacchi. Quella gente, che arriva all'aria  aperta  con  l'anima in bocca, � commovente. Nella miniera in alcuni punti vi � acqua; manca poi la ventilazione�.

La miniera ha la sventura  di   non  avere  avuto  uno  sviluppo  orizzontale,  ma uno sprofondamento a labirinto. Basta dire che vi sono scale a piombo sulle gallerie�. 

Il Tajani: �Dedicandosi al duro mestiere del minatore rinvennero nella continuit� del lavoro le risorse pecuniarie dagli altri non usufruite e forse poi invidiate. Ma quanti sudori essi non vi �nno versato? Quali fatiche non �nno dovuto sopportare? Col profondare dei cavamenti se ne rendeva sempre pi� penosa la esplotazione, lo amore del guadagno molti disagi faceva superare, ma di fianco all'utile, a fronte del bisogno un male inavvertito, o anche disprezzato, si era la deteriorazione fisica di una popolazione procurata da chi pi� sarebbe stato chiamato a vegliare al suo benessere, ed alla sua prosperit�, N� tale condizione ai giorni nostri � gran fatto mutata, delle opere di miglioramento furono pi� volte intraprese, comunque pi� o meno adatte a raggiungere il triplice scopo di accrescere la produzione, facilitarne la montata del genere alla luce del giorno, e mitigare la gravezza del travaglio, rimane sempre vero che la sostituzione delle macchine alla forza manuale fu ostacolata dai soliti pregiudizi delle plebi, scongiurata da una insensibile filosofia, e per la tema di vedere sminuite le braccia al lavoro quella fonte di ricchezza � seguitato ad essere la causa di attrasso e  di fisiche  degradazioni.  Permettere  che gli uomini campassero la vita sottomettendosi a trasportare con dei carichi sul dorso come alle bestie da soma � tolleranza indegna di qualunque governo, Se un tanto avvilimento della specie umana un tempo si poteva dir compensato dalla sicurezza dei salari oggi facendoli perdurare in quel duro travaglio sarebbe stato atto indegno di un governo civile, una modifica quindi si � introdotta nel metodo della escavazione e nel sistema di traimento, ma piccola cosa in vero, poich� la esplotazione del sale montano in Italia soffre la grande concorrenza del sale marino, e la industria salifera dovr� coordinarsi un giorno al sistema della libera fabbricazione. Non per� fino a quando un monopolio deve esistervi, sia nelle mani del governo, sia in quelle dei privati la conservazione delle classi operaie richiama sempre la dovuta considerazione: � una quistione di progresso di civilt�, spinosa per i governanti e per gli economisti�.

Il Bellavite: � �. ma anche pel' migliorare le condizioni degli operai trasportatori, i quali ignudi ed ansanti su per piani inclinati e lungo ampie caverne dovevano portare sul dorso i materiali d'escavo, facendo ricordare i dannati di Dante� �.

Il geologo Torquato Taramelli: � I pi� instancabili e pazienti come formiche, salgono e scendono in doppia corrente quel migliaio e mezzo di gradini, nudi, trafelati, ansanti; e salgono pertanto sul dorso almeno quaranta chilogrammi di sale. Altri con grande abilit�, profittando di un cotal clivaggio mercatissimo della roccia, ne sfaldano dei grossi parallelepipedi che con grande rumore cadono sul suolo delle ampie camere di escavo, si rompono in pezzi minori e danno poi da fare alla categoria dei cernitori. Il materiale meno puro, che per� contiene sempre almeno quattro quinti di sale viene gettato negli sterri e disperso da un rivoletto presso la bocca della miniera. All'estremit� di un pozzo vidi un argano, ma non funzionava. Il trasporto a spalle � pia economico, e quella gente non guadagna pia una lira al giorno

            Come  si  pu�   desumere dalla lettura delle  descrizioni di questi  visitatori  della  Salina, le condizioni di lavoro erano  inumane nonostante, come scrive il Sole, �fosse invalsa la  regola, dietro richiesta degli operai, dell'alternanza nei  lavori pi�  pesanti e si usasse un senso di 

 

rispetto per i salinari anziani, che dopo parecchi anni di lavoro, venivano impiegati nel settore della distribuzione. In miniera non esisteva, inoltre, alcuno strumento meccanico che rendesse meno gravoso il lavoro degli operai e la "discesa" era incredibile, se si pensa che i minatori dovevano scendere centinaia e centinaia di gradini per raggiungere i cantieri e poi risalire pi� volte al giorno con i sacchi pieni di sale. I tagliatori,  armati  di picconi, cunei e punteruoli,   tagliavano  le  pareti  del  sale  ad  un  ritmo  infernale,  dato che la loro paga era stabilita in rapporto alla quantit� di sale che riuscivano a tagliare. I faticanti prelevavano il sale e la "barda" e provvedevano a portarlo nei tre depositi dell'Ammendoletta, della Galleria Nuova e in quelle della Provvidenza. I facchini erano addetti a trasportare il sale, che poi sarebbe stato pesato, i maestri, invece, erano in pratica muratori e falegnami e provvedevano ad innalzare i muri di sostenimento  e i gradini  e si ingegnavano a costruire qualunque cosa abbisognasse alla miniera. I caricatori erano addetti a caricare i sacchi di sale sulle spalle dei faticanti, i luceri provvedevano alla illuminazione della miniera ed i raccoglitori rastrellavano il sale minuto che era rimasto nei cantieri�.

   

Le condizioni di lavoro ancora disumane spingono gli  operai   alla protesta  per la  salvaguardia della loro salute e dei loro interessi. Si sviluppa nei minatori uno spirito  cooperativistico e liberale.  Infatti fondano l�Associazione dei �Lavorieri Salinari� con lo scopo di soccorrere i lavoratori che o per salute o per altri motivi avessero bisogno. Socio dell�Associazione era anche S.Leonardo, loro protettore, a cui ogni mattina veniva segnata la presenza e la paga giornaliera. Il primo ad essere chiamato per la riscossione dello stipendio era proprio San Leonardo.

Il Padula, sicuramente l'osservatore pi� acuto sulle condizioni e sul carattere delle popolazioni della provincia, scrive sui salinari di Lungro: �Nella salina vi lavorano 8 ore; ma, poich� per ciascuna classe e per ciascun operaio � determinato il tempo a cui � tenuto, il pi� si disbriga con 2 o 4 ore di fatica, e ritirasi a casa. I salinari si contano a vicenda le corna, le frodi ed i difetti che hanno, senza venire a rissa. Dicono arditamente le loro ragioni ai loro superiori. Sono risentiti, frizzanti e mordaci assai. Amano gli   stravizi, non curano  la  moneta e,  nella quindicina che son pagati, non badano che a spegnere qualche debito e far festa nelle cantine. Son tutti liberali�.

Nel 1842 viene istituita una �Cassa di Risparmio� per gli operai che prevede  aiuti soprattutto in caso di malattia o inabilit� al lavoro. L�associazione dura fino al 1884.

Il Padula:� Fin dal 1842, direttore il bravo Francesco Fava, i salinari istituirono una cassa di risparmio per soccorsi in caso di malattia e d'inabilit� al lavoro, la quale riunisce ogni fin di mese 300 ducati�.

A Lungro, al contrario della zona, la presenza di un�attivit� industriale che impiega un numero consistente di lavoratori,  ha fatto nascere uno spirito �sindacale�. In Calabria, infatti, alla met� dell�ottocento, vige  ancora il sistema feudale. Francesco De Santis, rifugiatosi in Calabria nel 1849 per sfuggire alle persecuzioni della polizia borbonica,   in una lezione del 1873 sulla cultura calabrese tenuta nell'Universit� di Napoli,   descrive cos� l� ambiente: �In Calabria si sente qualche cosa come di un terreno ancora feudale. Vi sono stato io fuggendo un mandato di arresto e giungendovi dissi tra me: -Il feudalismo qui � ancora in vigore;�

Importante � da considerarsi il contributo dato dai salinari nelle lotte per l�unit� d�Italia. Mentre nel resto del paese la carboneria era espressione della borghesia e delle classi sociali pi� elevate prima e della media e piccola borghesia durante la Giovine Italia, a Lungro, a fianco nella lotta politica, troviamo intellettuali   e operai. Nei moti del 1848 �circa duecento uomini, ornato il cappello o il petto della coccarda tricolore, ai primi di giugno, al comando di Domenico Damis, presero la via di Campotenese per difendere la proclamata libert� costituzionale in Calabria,��(Parliamo di Lungro � 1963). Fra di essi, moltissimi erano i �proletari�. Infatti fra gli arrestati e condannati, accanto al farmacista o al comandante, troviamo i salinari, il calzolaio, il sarto ed il massaro.

Dei cinquecento lungresi accorsi sotto la bandiera di Garibaldi nel 1860, per combattere contro i borboni e per l�Unit� d�Italia, la maggior parte erano salinari.

�La liberazione, per cui si erano battuti strenuamente, com�� noto,� -scrive G. Sole- �non liber� i salinari n� miglior� le loro inumane condizioni di sfruttamento; anzi, per certi versi, la situazione peggior� sotto i nuovi direttori piemontesi..�.

In questo periodo (1845-1860)     in paese si discute sull�utilit� o meno del lavoro in  Salina per l�economia del paese.

Il Rodot�, gi� nel 1763, scriveva :�Le cave del sale grand'opera della natura, ridondano in molt'utilit� de' paesani, i quali dallo smaltimento che ne fanno per la provincia, ritraggono considerabile lucro, e introducono nel paese copia di merci forestiere. Per tutte queste cose eglino si persuadono, essere questa loro Terra la capitale della nazione albanese�

Poliorama pittoresco(1839/40):La suddetta Salina � feconda di molti vantaggi. Occupa molte forze materiali che senza questa risorsa, sarebbero rimaste disutili, e forse perniziose: ha disgrossato, e disgrosser� ancora della ruvida scorza le abitudini montanare delle vicine popolazioni, ha gittato nobili semi di oneste speculazioni,�

Il Padula :� Vi travagliano 670 operai, e sono, e percepiscono, distinti in classe, giusta l'et� -120 tagliatori: grana 23 per ogni pesata: 290 faticanti, secondo l'et�, al d� grana 22 -17,12 -9,50 scheggiatori: grana 22 al d�; facchini: 30,25,20 al d�, secondo l'et�; maestri: idem; 90 lucieri, caricatori, raccoglitori di schegge: 22, 17, 12 secondo. ...; 39 sottocapi: grana 40, 30, 20 ( cosa vergognosa)�� La direzione della salina � composta da: un direttore col mensile di ducati 543; un controllore con 36; un contabile con 14; un archiviarlo con 14; un ingegnere con 36; un commesso con 18; un secondo commesso con 16; un terzo commesso con 12; capo-custode con 13 e grana 40; 5 pesatori, e ciascuno ha 15 e grana 40; il capoccia, che distribuisce il servizio, 20,40. Custodiscono oltracci� la salina: 21 guardie nazionali, 8 doganali, un brigadiere e un sotto-brigadiere, che pigliano complessivamente al mese ducati 4.300".

Giuseppe Samengo: � Si � detto che a questo Stabilimento vada   Lungro  debitrice  della  sua  agiatezza  e  del  primato  che essa gode sopra tutt'i villaggi albanesi, ed io nol nego. Ma dico ancora che l'agricoltura, che altre volte sforz� questo suolo a metter fuori i suoi tesori, ora languisce, appunto perch� il villico sedotto dagli eventuali e momentanei vantaggi de' minatori gitta via sui campi la marea e il badile, ed avvalendosi con un grosso mazzapicchio tra gli orrori di queste latebre abbandona quella terra che non merit� mai il nome di matrigna. Il Commercio, a dir vero, per� avuto almen riguardo alla posizione topografica del paese � in uno stato floridissimo come ne fan testimonianza i suoi numerosi mercanti: i quali senza possedere un becco di un quattrino rizzano dapprima su per le pubbliche strade una certa specie di frascato o catapecchia, dove somministrando bubbole, bei bocconi, e squisiti centellini agli avventori, cavano dallo scotto le spese e qualche zaccherello di vantaggio: poi co' quattrini facendo quattrini giungono a fornir di merci  una  bottega,   e tu li vedi di  giorno in giorno mettersi sempre pi� in tono, e spacciarsi tantosto ricchi sfondolati 

Il Samengo, pur ammettendo i benefici che il paese trae dalla Salina, si lamenta per la scarsa manodopera in agricoltura.

Una interessante risposta al Samengo, che proponiamo per intero, viene data dal De Marchis: �Il Governo Francese, che aveva rovesciato con mano ardita tutte le nostre patrie istituzioni, per surrogare delle nuove, pari a chi rabbercia novello edifizio coi scrollati ruderi di un antico,  plasmava   altro piano amministrativo intorno alla salina. Vi eresse una direzione a parte rappresentata da un Direttore, un Controloro, due Commessi, vari Pesatori, un Ingegniere, il Custode alla porta, ed una guardia Doganale stabile sotto il comando di un tenente incaricato non solo alla sorveglianza della Miniera; ma ben'anche alla repressione de' Controbandi -Fuvvi stabilito per finanziero organismo. che il genere si trasportasse nei fondaci di privativa aperti in varie localit� della provincia, ed ivi a cura e responsabilit� dei Ricevitori eletti dal Re, si esitava alle Comuni a mezzo dei venditori privilegiati per conto della reale finanza.

Questo nuovo sistema organato sotto altre vedute di pubblica economia ravvisasi mantenuto in vigore, ed influ� non poco ad immegliare le condizioni del paese; poich�  Lungro frui sin d' allora il beneficio di una direzione di 3^ classe; di un regio fondaco di privivatistica, e l�esser destinato a Capo Circondario, ha dovuto accogliere nel suo seno buon numero d' impiegati forastieri, i quali concorsero ad incivilire i nostri antichi costumi.

E mi cade qui il destro di chiamare a breve esame l' opinione di coloro, i quali in vece di benedire l�eterna provvidenza per l'impartito dono della  Miniera, senza di cui Lungro lungi di una prospera progressione , sarebbe rimasto nella primitiva condizione di oscuro Casale , si sforzano a sostenere, che essa apport� piuttosto male, che bene al Comune, per aver distolto gli abitanti dall�Agricoltura , proficua sorgente di ogni vera e reale comodit�.

La salina in ciascun anno eroga uno spesato di circa due. ventiduemila, quale somma si espande per intero nel paese, come benefica rugiada diretta al sollievo della popolazione, e gli stessi impiegati ivi spendono i loro soldi tanto per sostentamento personale , che per pigioni di casa , e in altri oggetti di lusso. Si arroge a tutto ci� il concorso dei vetturali , e corrieri, i quali senza sosta debbono accederci, onde trasportare il sale nei vari fondaci, e depositi, circostanza che imprime un gagliardo impulso all'industria commerciale degl'indigeni, per provvedere il comune di tutto il necessario, e nello speculare che il contante non sorta dalle loro mani, realizzano l�effetto della eguaglianza del comodo tra essi.

D' altronde, Lungro possedeva nei decorsi tempi un angusto territorio non sufficiente ad offrirgli tutti i mezzi al proprio vivere , e con la divisione demaniale, se le riusc� di estendere il Patrimonio del Comune; pure le terre acquistate site nella maggior parte nel centro delle montagne inaccessibili nell�inverno a causa delle nevi, che ingombrano la contrada, non si prestano a tutte le migliorie,  che ci detta una ben sentita agricoltura. Ci� non pertanto, se in quelle algide localit� indarno si tenta la introduzione degli alberi gentili, mentre il solo abeto, il cerro , ed il faggio, vi germogliano rigogliosi, non si manca di ritrarre i rimanenti vantaggi, che possa offrire una limitata semina di grano, germano, e patate, del pari che fruire del pascolo estivo con pascolo estivo, con le svariate industrie di una estesa pastorizia.

All�opposto poi, nelle contrade pi� Orientali verdeggiano le viti, l'ulivo ed il gelso, ed il ricolto dei succedanei presta al proprietario bastante risorsa, onde farlo vivere in agiata condizione. L'agricoltura quindi non � trascurata, come a torto si declama, e se non costituisce pel comune un mezzo primario di pubblica utilit�, il  difetto sta riposto nella strettezza del territorio , nel clima alquanto rigido, e nella qua1it� dei terreni poco ubertosi.

Ora se la salina non fosse esistita , oppure esaurita a dischiuderci i suoi tesori, ed i cittadini astretti solo ad occuparsi  alla coltura dei fondi, il Comune ben lungi dallo slancio progressivo, in cui si ritrova , gemerebbe senza dubbio nella miseria, ed una pruova di fatto l'offrono a noi i contermini paesi, i quali vivono o stazionari, o decrescenti nei loro abitanti a malgrado dell'esteso, e fertile territorio che posseggono, e con cittadini quasi tutti intenti all'agricoltura. In essi le abbondanti raccolte cadono nelle mani di pochi proprietarii , e la generalit� sempre bisognosa, non vive in quell�agiatezza che dovrebbe, perch� nessun'altra risorsa secondaria vi concorre a mitigare la squallida inopia.

Non � dunque la ricchezza ristretta nel possesso di pochi, ma l�utile diffuso nella generalit�, che anima, e seconda l�incremento degli abitanti, ed io preconizzo da ora, che se la salina continuer� a rendere al R. Tesoro l�attuale prodotto, ed il governo persister� nel divisamento di proseguire l'esplotazione del minerale, e d� compimento all�opera intrapresa del Cunicolo,  di  cui ho  tenuto discorso,  Lungro  nello  svolgimento di altri cinquant'anni offrir� un aumento di popolazione,  da eccitare la sorpresa, e l' ammirazione di tutta la Provincia.

Nel 1880 i salinari scendono, per la prima volta, in lotta per chiedere un aumento salariale e un aumento del personale dei trasportatori. �La lotta ebbe esito positivo: fu concesso dal governo un aumento delle paghe e l'inquadramento nell'organico di un notevole numero di operai� scrive G.Sole.

Nel 1901 costituiscono la �Societ� Operaia Salinaia di Mutuo Soccorso�. La societ� gestisce anche uno spaccio ed � fra le pi� importanti della provincia.

Nel 1903 scendono in piazza per difendere un loro compagno licenziato. Grazie alle loro lotte riescono a far integrare l�operaio e mandare via i dirigenti della Salina. �Ed  �, caso raro per l'epoca,  e non solo in Calabria, - scrive il Daneo nel 1981 - uno  sciopero      vittorioso,  condotto   oltretutto con metodi e forme di lotta  "moderni".  Fra  gli accusati anche il medico Nicola Irianni, sindaco del paese e consigliere provinciale, che prestava la sua opera presso la Salina, reo di non assistere con cura gli ammalati, di concedere la malattia solo ai suoi protetti e ricattare gli operai bisognosi delle sue cure. Si chiede che l�Irianni venga allontanato .Non � stato cos� facile in quanto il medico, con tutti i mezzi possibili, cerca di dividere il fronte operaio. Nel 1904 fonda, in  contrapposizione a quella dei salinari, la �Societ� di Mutuo Soccorso Skanderbeg� a cui aderiscono anche alcuni salinari che prima lo avevano sfiduciato.   

 

Medaglia coniata dalla Societ�

 

Le protezioni politiche fecero si che la vertenza fosse allontanata nel tempo per non arrivare poi al alcuna conclusione.

Intanto  le condizioni  di lavoro all�interno  della  salina rimangono proibitive nonostante qualche miglioramento si era ottenuto per la ventilazione della salina, l�illuminazione dei cantieri di lavoro, l�installazione di una rotaia con i carrelli per il trasporto  e, dove possibile, l�uso di mine per l�estrazione. Il piccone, per�, � sempre in attivit� e tutto il resto ancora manuale.

Nel corso dei secoli, come si pu� notare, poche sono state le migliorie effettuate per cui il modo di lavorare � pressoch� uguale sia nell�ottocento  che alla chiusura della salina.

Il frutto dei loro sacrifici i salinari, particolarmente dopo la caduta del fascismo, lo hanno riversato soprattutto sui figli. Pochi erano i figli dei salinari che non continuavano gli studi.  Lungro, infatti, vantava, negli anni settanta-ottanta, un numero di diplomati e laureati di gran lunga superiore a quelli degli altri paesi della zona.

I salinari, possiamo dire concludendo, hanno avuto un ruolo importantissimo non solo per la crescita economica e sociale ma anche culturale di Lungro.    

 

Foto primi �900

 

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

 

 

Giovanni BELLAVITE:

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Agostino BULGARELLA:

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Breve cenno monografico-storico del Comune di Lungro- Napoli 1858

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Infortunio nella Miniera di Lungro � 1879

O. FODER� � L. TOSO

Relazione sulla Miniera di Lungro -1866

Giuseppe MELOGRANI:

Descrizione delle Saline della Calabria � Napoli 1822

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Del rito greco in Italia � Roma 1763

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La real Salina di Lungro � � Il Calabrese� -Cosenza 30.06.1845

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Breve storia della Reale Salina di Lungro - Ed. Brenner Cosenza � 1981

Torquato TARAMELLI:

Sul deposito di salgemma  di Lungro nella Calabria Citeriore � 1879

Francesco TAJANI:

Historie albanesi - Salerno 1866

 

 

 

 

LUNGRO - Ottobre  2001