LA RUEPING

Molti  avranno sicuramente visto questi ruderi nei pressi del rifugio comunale di Campolongo e avranno pensato, con molta probabilità, che si trattava di ruderi di qualche vecchio rifugio. Invece non sono altro che i resti della stazione da cui partiva la funiculare che attraversava Vallecupa e Cernestà per arrivare a Zoccalia.

E' uno dei pochi segni che ricorda una intensa attività lavorativa in montagna consistente nel taglio del bosco( selvaggio?) ad opera di una ditta tedesca:

la

RUEPING

Il comune di Saracena e questa ditta tedesca, la Rueping S.P.A., stipularono un contratto, nell'agosto del 1910, col quale veniva concesso  alla ditta lo sfruttamento delle risorse boschive per almeno un ventennio. In un primo tempo furono interessate le zone montane di Saracena e, successivamente anche quelle di Lungro, Acquaformosa, Firmo,  Morano Calabro, Mormanno,   S. Donato di Ninea, San Sosti e Verbicaro.

Carmelo Migliocco scrive in "La faggeta nelle montagne calabresi"  che nel giro di due anni, e precisamente dal 1911 al 1913,   furono tagliate circa 100.000 piante di faggio, risparmiando soltanto un centinaio di matricine per ettaro.

Anche se da un lato creava occupazione ( vi lavoravano circa 600 persone), dall'altra si è proceduto ad un taglio indiscriminato del bosco, come si può rilevare dai dati sopra riportati.

Il Migliocco: "A quei tempi in cui vigeva la «scelta forzata» dell'emigrazione verso gli Stati Uniti d'America e I' Argentina, oppure ci si rassegnava a lavorare la terra per conto d latifondisti locali per sole 3 lire al giorno, l'arrivo della Rueping a Saracena fu un vera manna dal cielo. Lavoravano tutti, guadagnando più di 6 lire al giorno, anche se da semplici operai. ...... Inoltre, non erano pochi casi in cui qualche operaio che lavorava nelle saline di Lungro si facesse assumer dalla Rueping."

Naturalmente per il trasporto dei tronchi di faggio vennero realizzati  tracciati ferroviari( qualche traversina ancora si vede sulla strada che conduce a Cardillo) e funicolari. Dove non era possibile arrivare con questi mezzi, si ricorreva, per il trasporto, a buoi e cavalli. Vennero allestite baracche per i lavoranti, tra cui la baracca in località  Palmenta ancora esistente. Il punto di raccolta montano era Campolongo mentre le falegnamerie si trovavano a Zoccalia.

Il Migliocco: "Era senz'altro un lavoro duro: si partiva per la montagna la mattina presto, tra lo domenica e il lunedì, 2 ore dopo la mezzanotte, ovviamente a piedi, per raggiungere il cantiere quattro ore dopo, e si rientrava in paese a fine settimana, Il risiedere tanto tempo in montagna, lontano da casa e dalla propria famiglia, comportava la necessità di un ricovero per dormire, che veniva costruito con tavole di faggio, terra e carta catramata, l'altra metà degli operai risiedeva invece a Zoccalìa, in cui erano attive le segherie"

   

 

 

Domenico Cortese