GIUSEPPE RIZZUTI

Giuseppe Rizzuti, nato a Lungro, nel 1951, è docente di Arti Visive nella Scuola Media. 

Ha frequentato la Scuola d' Arte a Castrovillari, quindi a Napoli il corso di scenografia alla Accademia di Belle Arti. Per circa un decennio ha vissuto a Bergamo,  frequentando l' ambiente artistico lombardo e partecipando a numerose esposizioni e rassegne ( a Milano vince il Premio del Concorso "Raffaello", a Rho il Premio Internazionale della Grafica).

Numerose sono le mostre a cui ha partecipato, collettive e rassegne d'arte; alcune significative mostre personali hanno avuto varie segnalazioni critiche su la stampa nazionale -da Antonio De Santis e Lino Lazzari  su "L'Eco di Bergamo", a Luca Cristiani che lo ha presentato a Milano "Galleria Modigliani" e a Bologna alla Galleria "Arte Spazio"  . A Roma ha esposto, fra l'altro, al Cafè Notegen e al Gavoi (Manifestazione Artistica Internazionale).

Hanno scritto sulla sua opera numerosi critici, tra i quali De Santis, Rosa, Venturini e Cristiani.

"Gli acquarelli di Rizzuti, scrive il Cristiani, sviluppano una tematica naturalistica e paesaggistica, con le radici natali dell' artista, e le radici culturali verso una dimensione in cui la pittura è dominata da una concezione permeata da un mondo immaginario e mitico, eroico e fatato".

Ultimamente ha esposto a Bologna presso la "Galleria del Circolo Artistico"

Attualmente vive e lavora ad Ariccia, vicino Roma.

 

LA NATURA RIPROPOSTA

di Mariano Apa

Nel seguire la forza degli elementi ci si ritrova con la energia della pittura.

Si impasta il colore e prorompe una magnetica localizzazione di colori freddi e caldi striduli oppure armonicamente disposti a decantare le iconografie della Madre Terra: alberi, cieli, nuvole, acque, eppure ecco che, come per interno esplodere, prorompe la scenografica rappresentazione di un vortice neoespressionista, e allora sembra come che sulla superficie della tela una epopea wagneriana si sia impossessata delle melanconie descrittive di certo naturalismo intimista. Questa pittura del giovane calabrese - formatosi tra Napoli e Milano -instaura una decantazione forte della natura quale sacra rappresentazione delle energie dell'esistenza.

Questi quadri sembrano racconti e ballate neo romantiche: cascate esotiche, tempeste solfuree, ulivi francesi visti con occhi olandesi, giganti goyeschi o evocanti il Sassu di "Corrente", ecco che Rizzuti edifica una personale e interessante tavolozza. Il suo lavoro desidera riproporre, nella nostra attualità, la tradizione di certo intimo congiungersi della letteratura e dell'arte dentro l'intrico degli anni Trenta, là dove parlare di natura e degli elementi del cosmo significava -come ancor oggi significa- voler affermare un vissuto umanesimo imbevuto di tradizione e di felice abbandono alle emozioni desiderose di raccontarsi.

Ariccia, 7-XI-2000                                                                  

             

"Cascata" (olio su tela-1997)

 

"La coppia" (olio su tela- 1998)

 

"colosso e fulmine" (olio su tela-2000)

 

"Meteorite" (olio su tela-2000)

 

"La fiaba" (acquerello-1983)