Un intervento della Presidente di ItaliaNostra/La riperimetrazione
del Parco del Pollino prevede novemila ettari in meno
Aiuto! Ci vogliono restringere il Parco
di Teresa Liguori
 Presidente ItaliaNostra Regione Calabria
 

� una proposta inaccettabile,

per gli ambientalisti, la riduzione dell'area protetta

che si profila con la nuova definizione

di confini del Parco.

Il 4 novembre scorso, infatti, il consiglio direttivo del Parco

 ha approvato, con un solo voto contrario,

un'ipotesi di riperimetrazione

con una diminuzione della superficie.

Le ragioni del Wwf, di ItaliaNostra e degli altri movimenti

che si battono per la tutela.

 

Il gruppo montuoso del Pollino costituisce una barriera naturale tra Calabria e Basilicata.

Dopo un lungo e complicato iter legislativo, iniziato nel 1958 con la presentazione alla Camera dei Deputati di un "Progetto di legge per la valorizzazione del Pollino", e soltanto dopo l'approvazione della legge quadro sulle aree protette 394/91, il Parco del Pollino fu istituito ufficialmente con il D.P.R. del15 novembre 1993.

Con la sua estensione di 192.565 ettari compresi in 56 comuni di tre diverse province, Cosenza, Matera e Potenza, il Parco, situato tra due mari, Tirreno e Ionio, si pu� considerare l'a- rea protetta pi� vasta d'Italia. Comprende quasi tutto il gruppo montuoso, con tre massicci, il Pollino, al centro, l'Orsomarso, a sud-ovest., il Monte Alpi, a nord.

Il Parco garantisce, oltre alla conservazione di un immenso patrimonio forestale, di notevole interesse per la presenza di numerosi endemismi, primo fra tutti il pino loricato, simbolo del Parco, (albero maestoso ed antico, presente solo nei Balcani), anche la sopravvivenza di specie animali fra le quali l'aquila reale, il falco pellegrino, il gufo nero, il corvo imperiale, il lupo appenninico ed il capriolo di Orsomarso. Succede che tutto questo immenso patrimonio naturale e culturale, salvaguardato, dopo tante peripezie, grazie ad una legge coraggiosa ed innovativa, viene ad essere messo in serio pericolo a causa di alcune deliberazioni dell'Ente Parco Nazionale del Pollino. In data 4 Novembre 2004, infatti, il consiglio direttivo del Parco ha approvato, con un solo voto contrario, un'ipotesi di riperimetrazione del Parco, con una drastica diminuzione della superficie protetta, dando il via libera alla predisposizione dell'istruttoria ed alla sua presentazione al Ministero dell'Ambiente, cui spetta la decisione finale.

In totale, il territorio protetto conter� 9000 ettari in meno. Se venisse approvata questa ipotesi, sarebbe un fatto molto grave che si aggiungerebbe ad altri pesanti condiziona menti e restrizioni che anche altre aree protette in Italia stanno subendo in questi ultimi tempi. In particolare, per quanto riguarda il Parco del Pollino, al contrario di quanto affermato nella deliberazione dell'Ente Parco, le modifiche proposte non riguardano aree situate ai margini del perimetro esterno, dal momento che sono state escluse aree di notevole valore naturalistico e faunistico, per consentire cos� l'esercizio della caccia in deroga alle norme vigenti ed altre attivit� sicuramente non compatibili con la tutela dell'area. ItaliaNostra, insieme al WWF e ad altre Associazioni Ambientaliste, esprime la sua netta contrariet� a tale ipotesi di riduzione cos� drastica del territorio protetto ed auspica che il Ministro Matteoli la respinga fermamente. In caso contrario, sarebbe una svolta "antistorica" che riporterebbe il Paese ad anni "bui" per la gestione del territorio ed agli ultimi posti nella graduatoria delle nazioni con minore protezione naturalistica. Costituirebbe inoltre una sconfitta per tutti coloro che hanno operato e lottato perch� la legge 394/91 venisse finalmente approvata ed attuata ed, in primo luogo, per ItaliaNostra e WWF, la cui azione incisiva e convinta a favore dei Parchi risale a molti decenni fa, in un periodo in cui parlare di tutela e di conservazione della natura non era certamente facile. Ma, quale � stata l'evoluzione storica della legislazione sui Parchi nazionali? Proviamo a ripercorrerla brevemente. Sin dal secondo decennio del '900, il filosofo Benedetto Croce aveva criticato pubblicamente, la grave carenza di Parchi nazionali, ed, ispirandosi alla politica di protezione naturalistica di altri Paesi, aveva rivolto un appello per la istituzione degli stessi. Appello rimasto inascoltato sino al 1962, quando era stato presentato al Parlamento un progetto legislativo preparato da alcuni deputati, su sollecitazione di ItaliaNostra, (attiva dal 1955). Niente di fatto finch� nel 1987 un gruppo di esperti, grandi nomi dell'ambientalismo e della cultura (tra gli altri, Cederna, Cifarelli, Fazio, Osio, Pratesi, Stringher, Tassi) coordinati dall'on. Ceruti, collabor� fattivamente per elaborare il testo di un proposta legislativa che fu depositata poi alla Camera dei Deputati.

Altri anni ancora dovettero passare, tra ripensamenti e ricorsi, troppi interessi erano in gioco allora come ora, finch� la legge fu approvata in una data davvero significativa: il 4 ottobre 1991, il giorno in cui si ricorda San Francesco di Assisi, patrono di Italia e dell'ecologia. La legge-quadro 394/91 venne cos� alla luce dopo lunga e difficile elaborazione, superando ostacoli di ogni genere. Finalmente, si metteva fine al contenzioso tra stato-regioni-enti locali per sancire la priorit� assoluta della conservazione degli ecosistemi e della biodiversit�". Un evento memorabile, dunque, destinato ad avere conseguenze positive per il territorio italiano, arricchito di una ventina di Parchi nazionali, di aree naturali protette a livello regionale, grazie ad una legislazione davvero all'avanguardia, che ne prevedeva oltre all'istituzione, il finanziamento ed il funzionamento degli stessi. Attual- mente, una pi� diffusa coscienza civica ed ecologica, ha portato ad una maggiore condivisione delle finalit� di tutela e salvaguardia del patrimonio culturale e naturale esteso nel territorio nazionale.

Nel caso del Parco del Pollino, preservare l'ambiente naturale, la sua biodiversit�, davvero unica, creare degli itinerari naturalistici ed artistici bene si concilia con un auspicato sviluppo socio-economico del suo pregevole territorio, al contrario di quanto potrebbe avvenire con la riduzione della superficie protetta. Ad esempio, nel territorio di Castelluccio Inferiore, di Laino Borgo e di Laino Castello, l'area proposta per uscire dal Parco comprende parte della Piana del Mercure, sede di un lago pleistocenico e di un sito archeologico, sicuramente meritevoli di tutela e non di sfruttamento delle risorse naturali del luogo. La legge 394/97 non intende "ingessare" il territorio del Parco, come qualcuno erroneamente pensa, bens� mira ad una corretta fruizione e valorizzazione dello stesso, intese come possibilit� di utilizzare, senza esaurire, le risorse presenti nei Parchi, dai prodotti dell'agricoltura, dalla pastorizia all'artigianato, ai beni naturali e culturali. Nel Parco del Pollino, infatti, non c'� solo l'ambiente da salvaguardare: esiste un rilevante patrimonio artistico, sparso nel territorio, fatto di eremi, chiesette, mulini a vento, ponti in pietra, semplici architetture in pietra, che deve essere adeguatamente protetto dal passare del tempo e dalla mano dell'uomo.

Un esempio calzante: la vicenda del progetto di costruzione di un Punto informativo, voluto dall'Ente Parco e dal Comune di Cerchiara, a poca distanza dal Santuario della Madonna delle Armi (delle "Grotte Rocciose")di Cerchiara, dei secoli XI-XVI sul monte Sellaro, (porta orientale del Parco del Pollino), dovrebbe far riflettere su quanto sia difficile, nonostante la legislazione avanzata, riuscire a salvaguardare persino il patrimonio artistico e paesaggistico soggetto a vincolo di tutela. Un controllo attento e continuo dovr� essere esercitato quindi per limitare almeno l'antropizzazione dei luoghi, (costruzione di pseudo rifugi), la realizzazione di parcheggi (vedi quello di Piano Visitone a 1400 m. di altezza, in un'area meritevole di tutela ambientale), la creazione di strade inutili e l'asfaltatura di piste forestali, la realizzazione di impianti per le biomasse nei quali distruggere le preziose risorse forestali del Pollino. Ci�, in palese contrasto con gli obiettivi della legge 394/91. La presentazione al Parlamento di una proposta legislativa per l'apertura della caccia nei parchi, contro la quale le Associazioni hanno protestato, � un segnale d'allarme che conferma quanto la caccia, com'� praticata oggi, sia assolutamente inconciliabile con i principi ispiratori dell'etica biologica e della conservazione della biodiversit�. ItaliaNostra, constatando i risultati positivi conseguiti in altre regioni a seguito dell'istituzione dei Parchi, auspica che anche il Parco del Pollino, mantenendo e difendendo la sua estensione originale, possa godere dei medesimi benefici. Tale obiettivo sar� raggiunto, a nostro avviso, solo se saranno evitati accomodamenti e compromessi di sorta che portino alla diminuzione di 9.000 ettari del territorio protetto, come proposto dall'Ente Parco del Pollino, se saranno superati i campanilismi ed i personalismi localistici, se il territorio non verr� utilizzato per finalit� non congrue e se, al contrario, saranno valorizzate specifiche figure professionali, efficienti ed oneste, con sicure capacit� operative e gestionali.

 

Articolo pubblicato sul N. 215 - maggio 2005 - di

mensile del Consiglio Regionale