INTERVISTA AL SIG. BRUNO BARLETTA

Salinaro di Acquaformosa

 

La lettura di alcuni articoli riguardanti la salina di Lungro sul giornale �L�INFORMATORE� e del manifesto che annunciava la mostra sulla stessa, ci ha stimolato ad approfondire l�argomento intervistando il Sig. Bruno Barletta, uno dei pochi salinari acquaformositani.

Domanda: Quando  ha  iniziato  a  lavorare in salina?

Risposta: Il 1� luglio 1940, all�et� di 18 anni.

D.: Per quanti anni vi ha lavorato?

R.: Per quaranta anni.

D.:Quali  prove  ha  dovuto  sostenere per essere assunto?

R.:Non  ho  sostenuto alcuna prova perch� sono stato assunto come orfano di guerra. Avevano anche  diritto ad essere assunti i  combattenti dell�Africa e della Spagna e succesvivamente  coloro  che  avevano  partecipato alla seconda guerra mondiale.

D.:Allora non si presentavano le domande come oggi?.

R.:Dopo il 1950 le nuove assunzioni venivano fatte dietro domanda e solo dopo aver svolto il servizio militare, in base alle qualifiche. Prima, per�, di presentare la domanda  bisognava  sostenere  una  prova pre-selettiva: �la prova del sacco col sale�. Chi Voleva entrare  in  salina doveva alzare  un sacco con 75 kg di sale, metterlo sulle spalle e trasportarlo per circa 30 metri. Chi superava questa prova poteva presentare la domanda.

D.:Ha sempre svolto lo stesso lavoro?

 R.:No. Per 20 anni ho lavorato in miniera e trasportavo sale. Ogni mattina, appena arrivato, indossavo un pantaloncino, mettevo sulle spalle un sacco vuoto per proteggere la pelle e calzavo scarpe fatte con il tessuto dei sacchi per non scivolare. Esaurito il �rito della vestizione�, mi dirigevo, partendo dall�ingresso principale, verso la prima rampa di scale i cui gradini erano ricavati dal sale. Arrivavo, quindi, al 1� piano sottoterra (a 60 metri di profondit�)  denominato �Piano Magliani�. Scendendo ancora arrivavo al 2� piano, denominato �Speranza III�. Continuando a scendere arrivavo al 3�  piano, il �Piano Sandri�, e infine al 4�, il �Piano 200� perch� 200 erano i metri che l�ascensore percorreva dalla superficie a questo piano. I gradini da scendere e salire erano 1.200. L�ascensore veniva utilizzato solo per il personale addetto a portare il sale in superficie con carrelli.

  Per  altri  20 anni,  dopo  aver  sostenuto  una  �prova d�arte� da saldatore elettrico e autogenista (saldatura con l�ossigeno), ho lavorato in officina. 

D.: Per quante ore lavorava?

R.: Lavoravo dalle ore 7:00 alle ore 15:00 con una pausa pranzo di mezz�ora, dalle ore 12:00 alle ore 12:30.

D.: Quanto percepiva al giorno?

R.: I primi tempi riscuotevo 14 lire e 2 centesimi al giorno. Erano tanti rispetto, ad esempio, a quanto prendeva un contadino (6 lire al giorno).

D.: Con quale mezzo di trasporto raggiungeva il posto di lavoro?

R.: Nei primi anni andavo a piedi e impiegavo un�ora. Dopo la guerra raggiungevo la salina con una macchina a noleggio.

D.: Il lavoro era faticoso?

R.:I lavori pi� faticosi erano quelli del minatore, del trasporto del sale sulle spalle, del tagliatore della roccia. Il lavoro pi� leggero, quello della cernita del sale, era svolto dai pi� anziani.

D.:Il prof.  Cortese ci ha mostrato  una foto in cui si vedeva un ragazzo scendere le scale della miniera con un sacco vuoto. Quando � stato assunto lei c�erano ancora ragazzi che vi lavoravano?

R.: Nel 1940 i ragazzi non vi lavoravano pi�.

D.: E� successo qualche incidente sul lavoro?

R.: Si. Ricordo che nel 1942 � accaduto un incidente mortale. Un giovane di Lungro, mentre si era chinato per sollevare una pietra squadrata di sale, fu colpito alla nuca da un blocco staccatosi da un cumulo e mor� sul colpo

D.: Come veniva illuminata la miniera?

R.: Le gallerie erano illuminate da lampadine elettriche. Nei cantieri di scavo, invece, la luce era prodotta da lanterne all� acetilene.

D.: E� sceso qualche volta in salina dopo essere andato in pensione? Se si, cosa ha provato?

R.: Sono sceso dopo qualche tempo, ma ho potuto vedere solo l�esterno perch� la salina era stata chiusa. Lo stato di abbandono e di distruzione che mi si � presentato davanti ha suscitato un sentimento di sdegno misto a nostalgia del passato. Mi auguro perci� che, grazie a tutte le iniziative messe in atto in questi ultimi tempi, la salina possa essere recuperata e custodita come patrimonio storico e culturale delle nostre comunit�.

Terminata l�intervista, abbiamo ringraziato il Sig. Barletta per aver esaurientemente risposto alle nostre domande e  averci fornito ulteriori notizie sulla salina, importante risorsa economica della zona  per centinaia di anni.

 

Gli alunni della classe 5^ di Acquaformosa