Lungro, 28 giugno 2009: l'intervento di Domenico Cortese, responsabile del sito.

 

Prima di iniziare l�intervento, devo  ringraziare Mario Brunetti per aver accettato la mia richiesta di far transitare gli �Itinerari Gramsciani� nel nostro paese in occasione del 150� anniversario della rivolta lungrese avvenuta il 16 luglio 1859. Mi � d�obbligo, inoltre, ricordare un amico che non c�� pi�, Alfredo Frega, un profondo conoscitore delle problematiche lungresi e arb�reshe in generale che avrebbe potuto dare un grosso contributo in questa  nostra discussione.

I temi proposti riguardano le battaglie per la conquista della democrazia e della libert�, ma anche le lotte per le conquiste sociali. Lungro, in questi campi, � stata sempre all�avanguardia dando un notevole contributo alla storia politica e sociale della Calabria e dell�intero paese.

In questa mia relazione scinder� le due cose, anche se poi hanno un comune denominatore: i salinari. La presenza della miniera di salgemma contribu� a far germogliare il concetto di classe operaia, di "sindacato" e, quindi, di lotte salariali. Le battaglie condotte dai salinari hanno fatto s� che nel paese nascesse uno spirito liberale pi� avanzato, creando le condizioni affinch� la politica non fosse gestita dai pochi intellettuali, ma patrimonio dell'intera collettivit�. Infatti fianco a fianco nello scontro politico ci furono sia intellettuali che operai e contadini.

I lungresi furono sempre presenti ed in gran numero nelle lotte per l�unit� d�Italia e nella contrapposizione al regime fascista.

Lungro, assieme a S. Benedetto Ullano fu tra primi centri della Calabria dove rapidamente si organizz�  il movimento carbonaro. Era il 1820. Sulle pagine di �Parliamo di Lungro� si legge: �E' chiaro come a Lungro non solo esistesse, ma fosse attiva la Carboneria, pronta ad ogni occasione."   

 I lungresi presero parte alla  preparazione dello sfortunato moto del 15 marzo1844 che ha preceduto di poco la spedizione dei fratelli Bandiera. Nella riunione in casa di Paolo Scura, fra i cospiratori vi erano ben 6 nostri compaesani, ma solo di tre si conoscono i nomi: Pasquale Cucci, Angelo Damis e Domenico Damis.

Come quasi tutti gli albanesi di Calabria che nel corso dei moti del 1848 hanno dato una prova di grande ardimento, intellettuali, salinari, contadini e artigiani di Lungro parteciparono in gran numero e attivamente al moto insurrezionale ed alla decisiva e sfortunata battaglia di Campotenese. Sempre su �Parliano di Lungro�: �Circa duecento uomini, ornato il cappello o il petto della coccarda tricolore �, ai primi di giugno, al comando di Domenico Damis, presero la via di Capotenese per difendere la proclamata libert� costituzionale in Calabria..." Numerosi, poi,  furono gli arrestati e condannati.

Nel 1859, il 16 luglio, tutta Lungro insorse contro il Borbone sotto il grido di "Viva l'ltalia". Il borbonico "Giornale delle Due Sicilie" il 19 luglio 1859, in prima pagina, parla cos� della sommossa: � Il 16 del corrente mese, nelle ore pomeridiane, pochi forsennati del comune di Lungro cominciarono a percorrere l'abitato con grida sediziose, incitando quella gente a fare altrettanto. Fra di essi un Vincenzo Stratig� si die ad aringare la popolazione, ed alcuni suoi complici si condussero al vicino comune di Firmo con lo stesso reo intendimento, ma fu vano il loro tentativo venendo assai male accolti da quegli abitanti, L'ordine fu ristabilito immediatamente all'arrivo del Sottintendente del distretto e dalla forza di pochi gendarmi. Otto dei principali colpevoli sono gi� in prigione.�.

Quanto scrive il giornale, per�, non � del tutto esatto perch� gli arrestati di Lungro e Firmo furono moltissimi e, tra di essi, alcune donne fra le quali citiamo Cinzia Mattin� e Matilde Mantile, madre di Vincenzo Stratig�, che cos� scriveva al figlio latitante: "Io sono nelle prigioni di Lungro insieme ad altre donne�i tuoi fratelli godono e cantano nelle prigioni di Cosenza con i fratelli di Agesilao Milano".

Arriv� finalmente col '60 la tanto �sospirata libert��. Infatti l'11maggio Garibaldi, salpato con i Mille da Quarto, sbarc� in Sicilia per sollevare il napoletano. Fra i Mille c�era anche il lungrese Domenico Damis, che si distinse nel corso della campagna garibaldina.

Il Damis, dalla Sicilia, scrisse al fratello Angelo per sollecitarlo a dare il suo appoggio alla causa di Garibaldi, a svolgere propaganda a favore della spedizione militare e riunire il maggior numero di volontari.  

Lungro non aspettava che il segnale per insorgere. Angelo Damis si trov� a disporre, solo in paese, di 500 cittadini, i quali vennero organizzati in cinque compagnie   comandate rispettivamente da Vincenzo Stratig�, Pietro Irianni, Pasquale Trifilo, Pier Giuseppe Samengo, Cesare Martino.

Scrive Orazio Irianni in �Risveglio Albanese�: �Nel 1860 gli albanesi accorsero a migliaia sotto la bandiera di Garibaldi. Il reggimento Pace, che merit� gli elogi del dittatore nella battaglia del Volturno, era composto tutto di albanesi. Di Lungro solamente vi erano cinquecento, oltre alcune donne, cifra rilevante e significativa per un comune che conta poco pi� di cinque mila abitanti.�

Garibaldi, che aveva notato con quanto veemenza gli albanesi combattevano, durante la battaglia sul Volturno si rivolse a Domenico Damis ed esclam�: �Damis, i vostri albanesi si battono come leoni!

I lungresi si distinsero anche nella Terza Guerra d�Indipendenza. E� il caso di Angelo Leccadito, meglio conosciuto come Anxhullini Kavallexhierit, sergente in un reggimento di cavalleggeri nella sfortunata giornata di Custoza. Quando il reggimento, sopraffatto dagli austriaci, ripiegava piuttosto in disordine, l'alfiere veniva circondato da un gruppo di nemici che cercava di impossessarsi della bandiera tricolore. Il Leccadito si lanci� nella mischia e tolto il drappo dall'asta lo nascose sul petto sotto la giubba e infine, al galoppo, raggiunge il Comando. Nello scontro riport� varie ferite e, per il gesto, fu decorato di medaglia d�argento al Valore Militare.  

Lo spirito liberale e democratico i lungresi lo mantennero anche durante il periodo fascista. Furono tanti quelli che, opponendosi al regime, subirono persecuzioni e torti di vario genere. Ricordiamo Salvatore Cortese, perseguitato per la sua attivit� antifascista sia in Italia che all�estero, condannato a cinque anni di confino sull�isola di Ponza; Angelo Stratig�, condannato a 6 mesi di carcere perch� accusato di sovversivismo e istigazione a delinquere contro lo Stato; Domenico Todaro, meglio conosciuto come Miku Virdakut che sub� diverse condanne; Ferdinando Manes, Domenico Santoianni, Camillo Vaccaio, Raffaele Tocci, Antonio e Alfonso Martino,  Nicola e Giuseppe Cucci, Diodato Trifilo, Nicola Bellizzi, e tanti altri.

Bisogna inoltre ricordare i militari lungresi che, dopo l�8 settembre 1943, si unirono alle bande partigiane sia in territorio italiano che straniero: Frega Salvatore, Leccadito Salvatore, Mattan� Nicola, Sulla Francesco in Iugoslavia e Albania; Mazzei Vincenzo, Santoianni Raffaele e Cortese Nicola in Italia.

I lungresi, come gi� detto furono all�avanguardia anche nelle lotte sociali e nella solidariet�. Infatti nel 1842 venne fondata dai minatori, fra le prime in Italia, l�Associazione dei �Lavorieri Salinari� con lo scopo di aiutare i lavoratori che o per salute o per altri motivi avessero bisogno. Si ricorda che le prime societ� di mutuo soccorso, perlopi� di ispirazione massonica, incominciarono a diffondersi nella prima met� dell�ottocento.

Nel 1880 i salinari scesero per la prima volta in lotta per chiedere migliori condizioni salariali ed un ampliamento del personale dei trasportatori. La lotta ebbe esito positivo, infatti il governo concesse un aumento di stipendio e l'inquadramento nell'organico di un notevole numero di operai.

Nel 1884, su iniziativa di alcuni democratici del paese, venne data vita alla "Societ� operaia di Lungro" cui aderirono la maggior parte dei salinari. La societ� aveva come scopo sociale l'emancipazione e l'istruzione dei suoi aderenti,  e fornire anche aiuto ai bisognosi in caso di dure necessit�.

Questo � anche il periodo in cui a Lungro prendeva vita la loggia massonica �Skanderbeg� che con molta probabilit� influenzer� i movimenti e le manifestazioni appresso elencate nonch� le varie elezioni amministrative.

Nel 1897  venne organizzata una manifestazione per le strade del paese per chiedere che il sale di Lungro avesse la precedenza nella distribuzione in tutto il territorio nazionale.

Nel 1899 venne costituita dai minatori una "Cooperativa di Consumo" e nel 1901 la �Societ� Operaia Salinaia di Mutuo Soccorso". La societ�, alla quale aderirono diversi elementi delle classi operaie ed artigiane del paese,  gestiva anche un magazzino di consumo e contava come iscritti 165 uomini e 85 donne ed era la pi� importante della provincia. I suoi scopi erano simili a quelli delle altre societ�: sussidi per malattia, per pensioni di vecchiaia o �cronicit��. Ben presto, per�, la societ� and� oltre gli scopi prefissi, diventando di fatto un agguerrito centro di dibattito politico ed un punto di riferimento per l' organizzazione delle lotte.

La Skanderbeg nel frattempo attraversava sicuramente una grossa crisi, tanto che non ci furono pi� riunioni, anzi per circa tre anni se ne persero le traccia. I problemi saranno stati sicuramente di carattere politico in quando nella vicenda che appresso esporr� troveremo alcuni appartenenti alla loggia in contrapposizione fra di loro, cos� come saranno in contrapposizione nelle elezioni del 1905.

Nell�agosto del 1903 la Societ� di Mutuo Soccorso scese in piazza per difendere un suo associato, l'operaio Raffaele Frega che, dopo aver riportato una lieve condanna "non ledente l'onest� individuale", venne licenziato, come diremo oggi, senza giusta causa. Il 30 agosto la Societ�, dopo essersi riunita pi� volte in assemblea generale, organizz� un pubblico comizio al quale parteciparono i lavoratori della salina e l'intero paese.  

Alla fine del comizio, venne approvato all'unanimit� un ordine del giorno in cui si chiedeva l�integrazione al lavoro del Frega e che �in avvenire certe esagerazioni disciplinari di presunta indole depurativa, le quali in definitiva costituiscono un'arma di incivile persecuzione in mano delle autorit� superiori, non vengono a turbare la quiete delle famiglie di questi operai, che col sudore della propria opera debbono affrontare la faticosa lotta per la vita.�

Al loro rientro al lavoro, gli operai si trovarono davanti tutta la direzione della Salina che li minacciava e inveiva contro di loro. I lavoratori, indignati, ritornarono in paese e organizzano un corteo che percorse le strade al grido di �abbasso l'ingegnere Curtis, abbasso il Direttore, abbasso il Sindaco (che era anche l'ufficiale sanitario della salina), abbasso la Giunta Municipale�.

Gli operai non desistettero e organizzarono un altro comizio, dopo il quale venne approvato un ordine del giorno in cui si rimarcava il cattivo comportamento dei dirigenti della Salina, si metteva in risalto lo zelo con cui il Frega aveva svolto   per ben 18 anni il suo lavoro in miniera,  che questo licenziamento poteva costituire un precedente e che da allora in poi ciascuno degli altri 300 operai poteva subire la stessa sorte. Si delibero, inoltre, quanto segue:  

� 1. Revoca della disposizione circa la espulsione dalla Salina dell'operaio Frega Raffaele:

2. Revoca di qualsiasi disposizione che tenti ad aggravare, contro ogni principio di diritto, la condizione dell'operaio che incorre in reati lievi non infamanti..

3. Allontanamento dalla Salina dell'ufficiale tecnico ing. Curti Giuseppe, dell'ing. Bagarotti direttore e di Laurito Domenico ufficiale ai riscontri, resi ormai incompatibili col corpo salinaro:

4. Licenziamento del sanitario della Salina Dottor Nicola lrianni, parimenti resosi incompatibile, con sostituzione per concorso�.

Le autorit�, dopo cinque giorni di astensione dal lavoro, preoccupate per il movimento di massa creatosi, finirono col cedere. Alcuni giorni dopo, infatti, il  Frega venne  riassunto, l'ingegnere Curtis venne trasferito e il Laurito allontanato. Per il direttore della miniera il governo assicur� la sua prossima sostituzione, mentre, per protezioni varie, non prese alcun provvedimento sul conto del medico, nonch� sindaco del paese e consigliere provinciale.

Camino Daneo, nella prefazione all'opera di Giovanni Sole �Breve storia della reale salina di Lungro : �� nel 1903 si sviluppa uno sciopero con limpidi connotati di classe: si tratta di uno sciopero contro il licenziamento arbitrario di un minatore, che coinvolge tutti gli operai i quali chiedono non solo il reintegro del loro compagno, ma altres� l'allontanamento e la sostituzione dei dirigenti la miniera. Ed � -caso raro per l'epoca, e non solo in Calabria- uno sciopero vittorioso, condotto oltretutto con metodi e forme di lotta moderni.�

Dopo la caduta del fascismo, nel dicembre del 1944, i salinari ripresero la via della lotta per rivendicare il pagamento delle mensilit� arretrate e per la mancanza del pane.  La protesta continu� fino al  9 gennaio quando l�inviato del Commissario Prefettizio Capo, il dott. Giovanni Woditzka,    riusc� a  far calmare gli animi e porre fine alle manifestazioni.

Non possiamo dimenticare, inoltre, le lotte condotte da tutto il popolo lungrese negli anni �60 per il mantenimento della salina. Cos� come non possiamo dimenticare le diverse manifestazioni (scioperi, occupazioni della sede della Giunta Regionale, ecc.) fatte negli anni �70 per l�apertura dell�ospedale e per la sua gestione che hanno visto in questo caso in prima fila non pi� i salinari, in quanto la salina era in via di chiusura, ma una nuova classe operaia che stava prendendo piede a Lungro: i braccianti forestali. Grazie a quelle battaglie fu aperto l�ospedale e, per la prima volta in Calabria, la gestione venne affidata ad un regolare Consiglio d�Amministrazione, cos� come previsto dalla legge, e non ai commissari e sub commissari che la Regione voleva inviare, vera e propria spartizione del potere.

Di episodi da raccontare ce ne sarebbero tanti altri, ma io mi fermo qui ponendomi, per�, una domanda: oggi il lungrese ha ancora quello spirito battagliero?