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  cinque maggio 1860, cinque maggio 2010                

                  Caro Mimico,

          brevi quanto rammaricate considerazioni su questi centocinquantanni da commemorare per l�Impresa dei Mille e per la successiva proclamazione dell�Unit� d�Italia, non tanto per il sotterraneo fervore che pur agita una parte della comunit� nazionale, quanto per la aperta ostilit� che taluno scriteriato ha posto in campo a livello nazionale, addirittura prendendosela con Garibaldi e muovendo ostilit� contro il corso della Storia ( purtroppo non modificabile, quale che possa essere il loro giudizio)  e generando un palese senso di disorientamento che nulla lascia presagire in positivo per le tante altre questioni che impongono una soluzione nell�interesse stesso della comunit� nazionale. Dunque, un piede falso che io imputo al mediocre Cota e suoi sodali come un macigno, ricordandogli che chi semina vento raccoglie tempesta, e che, comunque sia ed a conti fatti, quel Garibaldi si � ritirato in angusto solitario luogo, confermando il suo solo interesse ai valori ideali, mentre noi un po� pi� colti ed affinati riandiamo al Regno di Berengario II  ed ai tanti altri conati dei trascorsi successivi mille anni contornati anche da tanti pensatori e scrittori che ci hanno educati in decine di trascorse generazioni, in modo da aver sicuramente noi stessi influito sul corso della storia( senza aprire la catena di S, Antonio, Federico I e la lega Lombarda hanno un qualche antecedente?. Ricordiamo ancora quel che hanno scritto Foscolo e Carducci ?).

    Ma a fronte dell�aspetto esterno, occorre anche coniugare la esigua nulla reazione del nostro ambiente, proprio al momento in cui i fatti si svolgono, tanto che ad oggi cinque maggio, non mi sembra che alcun altro Lungrese si sia dato a ricordare, a richiamare l�altrui memoria, ad indicare anche sul piano ambientale riferimenti a persone luoghi e contesti, aventi con quegli avvenimenti una certa assonanza o contiguit�( se ve ne sia alcuno, informamene con ogni mezzo e te ne sar� grato). Mentre, io non solo scrivo a Te ed all�inclito Lettore di Ungra, ma mi sono dato anche a cercare inutilmente un sito, un contatto con Catanzaro e con l�assessore regionale alla Cultura prof Mario Caligiuri, proprio in ragione di quel che mi urge, atteso che i nostri comuni amministratori, mentre un palazzo crolla( non le fantasie di Martino), se ne  vanno in fuga per la tangente, sempre al modo solito, con iniziative che nulla hanno di concreto per quella unica vera impellente esigenza, che fra l�altro riscatterebbe un intero ambiente. La prova per l�assessore Rennis, per il sindaco Santoianni  e per gli altri di contorno che pur considero e rispetto, �  quella e non altrimenti, mentre li sfido ad apportare idee nuove, altre o diverse da pubblicare sul Sito, proprio per dare una soluzione che i cittadini conoscano, altrimenti qualche scriteriato potrebbe alla fini fine dire che io non ho voluto( cosa, quando, come e perch� ? ) . In questi anni, devono poter informare i Cittadini di quali iniziative, viaggi, telefonate o discussioni siano stati artefici o che abbiano assunto e svolto, per il fine della cos� importante struttura culturale anche museale, poich� per risultati nulli non � infondato il sospetto di un interessamento decisamente sotto tono se non nullo ! 

    Se ci fosse stata la struttura culturale in funzione, tutto sarebbe stato diversissimo, ma a tal punto da rivoluzionare e condizionare le altre istituzioni, quasi una simil leva di Archimede.Ed il dramma � che io affossato contro ogni mio volere in tante altre obbligate diverse cose, sono portato a trascurare quelle forse pi� importanti, cui mi dovrei connettere organicamente, mentre vado saggiando la insensibilit� istituzionale che si trascina da un soggetto ad un altro [ vi ricordate quell�assessore recente al Turismo (di San Demetrio ?); ebbene, pur essendovi in Lungro un punto di possibile attrazione turistica, nemmeno si � dato attraverso il suo entourage a chiedere o cercare un contatto: quindi, vale la mia diffidenza coriacea  per questi pezzi di torrone partoriti dalla felice terra di Calabria, tutti uguali, tutti con la stessa faccia di bronzo, tutti inutili, almeno per noi comuni cittadini ] .

    Devo, comunque e per dovere di informazione, riferire sul piano ambientale che ho ricevuto una missiva da parte del Comune di Lungro, a firma dell�assessore alla cultura,p.i.,turismo, con cui sono stato richiesto di far parte di un comitato pro-motore per le celebrazioni del 150� Anniversario dell�Unit� d�Italia. A tale missiva, sia pure in ritardo mi sono ripromesso di rispondere appena nella condizione fisica di poterlo fare in modo adeguato ed idoneo.

     Vi � solo da sperare, che difformemente dagli intenti del Comitato, se qualche soldo vi dovesse essere, si dia la precedenza alla struttura che tanto ne ha bisogno, sempre che la fervenza lo consenta.

         E perch� si comprenda in assoluto la dimensione diversificata tra i problemi che agitiamo, trattandosi di grandezze tra loro enormemente diverse e non comparabili, facciamo meglio intendere anche ad altri eventuali diversi destinatari di che cosa stiamo trattando: si tratta di un complesso unico con unitariet� di vincolo storico temporale ambientale architettonico ed urbanistico,  che non ha l�eguale nell�area centro meridionale, fatto salvo il Museo di san Martino a Napoli   ed il Museo del Risorgimento a Milano, che sono in parte per l�ambiente, ma non esprimono in naturalezza l�ambiente.

   Solo che a Lungro ed in Calabria, si dovrebbe combattere il crimine organizzato e lo scollamento sociale e culturale, facendo anche  risparmiare allo Stato � 400,00 pro die per ogni carcerato che si cerca di evitare, con quella struttura in loco di sicuro  generale indirizzo anche educativo-culturale, concorrendo altres� a bloccare una migrazione in atto disastrosissima.

    E questa struttura oltre che essere paradigmatica anche della valenza sintetica della capacit� dell�intera etnia italo albanese, potendo stare e sopravvivere nell�ambiente, pu� anche in concorso con altre favorevoli condizioni educare i cittadini, le comunit� locali e le nuove generazioni a vedersi un edificante  film reale ed in diretta di quel che � stato il passato non ignobile per quei contesti multidisciplinari  in essa struttura rappresentati, in un contesto attuale drammatico di pseudo desertificazione generalizzata e diffusa.

    Insomma, se molti non riescono a penetrare l�importanza strategica della complessa struttura , vorrei capire quale sia la mia responsabilit�, se comprendo il valore assoluto che quella struttura esprime per l�unicit� multidisciplinare espressa, sempre che si voglia trattare di riscatto dei valori espressi dal Meridione, in piena assonanza con quelli dell�intera Comunit� Nazionale.

    Progetti che stiano lontani dalla struttura, sono un altro tradimento a noi Lungresi .

     E questa missiva spero possa leggerla anche il prof  Mario Caligiuri, che ad oggi Assessore Regionale alla Cultura , proveniente da Soveria Mannelli si ricordi memore del grande prevalente apporto che abbiamo dato alla commemorazione del Centenario per il suo paese, adoperandosi questa volta a riscattare una infamia che � di tutta la Calabria e non solo di Lungro!  

         E che al Lettore del Sito e ad altri destinatari , in breve sintesi esponiamo con una sola immagine a conclusione . E scusate se � poco.

     Dunque, il paragone non regge e le energie, poich� siamo da troppi anni fuori termine, questa volta per tutte, si spendano bene.  Con viva cordialit�.

                                                        Francesco Damis

 

                                  Didascalia dell�Immagine :

    Queste sono solo alcune delle medaglie che i Lungresi, gli altri italo albanesi  e quelli del Circondario hanno conseguito nel contesto delle Guerre di Indipendenza per la Unit� Nazionale.

    E per stare alla Campagna del 1860, giova ricordare che la Spedizione dei Mille fu fatta in prevalenza da Bergamaschi, Bresciani  e di altre province del nord, facenti parte della collaudata forza dei Cacciatori delle Alpi, mentre, tra le altre regioni centro meridionali, i Calabresi furono 21 , per come ho recentemente corretto su Wikipedia che li riporta.