L'amministrazione soccombe nel contenzioso con la ditta che ha restaurato la cattedrale:

deve pagare 800mila euro.

PIGNORATI BENI COMUNALI A LUNGRO

Il tribunale nomina un tecnico per la stima degli immobili da vendere.

 

Difficolt� di cassa. Bilanci in rosso. Lavori eseguiti ma mai pagati. Transazioni mai rispettate. Contenziosi interminabili e interessi che lievitano alle stelle. Infine il pignoramento di beni comunali. Succede a Lungro. Il comune ora dovr� vendere alcuni immobili. E nel municipio della cittadina arb�reshe si materializza lo spettro del dissesto finanziario: la fine dell'amministrazione Iannuzzi.

Tutto comincia nel 1995, i lavori di restauro della cattedrale di San Nicola Di Mira -struttura medievale restituita alla collettivit� dopo anni di abbandono -sono stati appena ultimati. La ditta dell'ingegnere Clausi, che ha eseguito I'opera, esige il pagamento. Ma a quanto pare il comune non ha le risorse necessarie, cos� la vicenda finisce in tribunale. E' il 16 maggio del 2000 quando il collegio arbitrale appositamente nominato emette il lodo, reso esecutivo dal tribunale di Roma due mesi dopo (161uglio): il comune di Lungro viene condannato al pagamento di 625mila euro pi� spese legali, interessi e svalutazione monetaria. Nonostante questo l' amministrazione non autorizza il saldo. Cos� comincia un lungo contenzioso, fatto di numerosi solleciti, atti di precetto, pignoramenti verso terzi, pignoramento dell'incasso lci ed espropriazioni immobiliari. Passano gli anni ma non succede niente. Forse a causa delle esigue risorse, il comune si sotina non pagare. Finche il 12 ottobre scorso, al tribunale di Castrovillari si tiene un'udienza decisiva: la vendita degli immobili comunali gi� sottoposti a pignoramento. ll giudice nomina un consulente tecnico per la stima dei beni da sottoporre a vendita e tuttavia, alla luce degli scarsi risultati ottenuti, l'impresa creditrice si accinge a presentare alla Regione Calabria una formale richiesta di nomina di un commissario ad acta. Richiesta che qualora venisse accolta potrebbe portare alla dichiarazione di dissesto finanziario. Eppure sembrava che il peggio potesse essere evitato: in seguito a laboriose trattative tra l'impresa e il sindaco Vincenzo Iannuzzi si era raggiunto un bonario componimento, una transazione che per� non � mai approdata in giunta per la ratifica. Ora Ia somma che il comune deve sborsare � salita a 8OOmila euro. Una cifra che rischia di lievitare ancora (spese legali. per perizie tecniche e vendita immobiliare, interessi e rivalutazione monetaria). L'amministrazione Iannuzzi, non c'� dubbio, naviga in cattive acque.

Alessandro Bozza

Articolo pubblicato su La Provincia del 29 ottobre 2004