Pagine di storia italiana da scrivere

 

Atti di eroismo di madri e spose dei patrioti di Lungro nel Risorgimento

di Maria Frega

 

Nell�ottocento i costumi richiedevano per la donna un comportamento muliebre consono soprattutto al rango della nobilt� attraverso un modo di vita improntato alla famiglia ed alla casa. Di lei si doveva dire poco negli ambienti dei piccoli paesi. Niente lodi e niente biasimi. Ma non era sempre cos�. Spesso la gente individuava in alcune un carattere ribelle, di comando, di vera conduttrice dell�economia del ceppo familiare. Senza dimenticare che molte ebbero una educazione elevata, nel comportamento, nell�istruzione e nell�educazione musicale. Erano i primi segni inequivocabili dell�emancipazione femminile che poco tempo dopo avrebbero segnato un�epoca..

Per quanto riguarda le donne del Risorgimento meridionale, ci � pervenuta oralmente tutta una serie di aneddotica dove emerge un tipo di donna "virile", per usare un termine allora di moda, che non disdegnava di invadere campi a lei ritenuti non congegnali, come i conflitti politici e militari, in barba ai "principi" di allora sulla presunta "inferiorit� biologica della donna".

Nel periodo risorgimentale, infatti, un ruolo non meno importante o secondario fu ricoperto dalle donne, madri, mogli, sorelle dei patrioti, coinvolte nelle azioni cospirative. Svolsero con alto senso di coraggio compiti di messaggere, ricercatrici di armi e munizioni, adoperandosi anche al reclutamento di volontari. Assicuravano ai loro congiunti patrioti, ricercati dai Borboni, un sicuro nascondiglio e per i prigionieri e condannati la delicata opera del loro riscatto con la vendita spesso dell�intero patrimonio familiare. Molte patirono il carcere per cospirazione e favoreggiamento a seguito di dure condanne.

Un esempio, fra tanti, ci viene da Reggio Calabria, dove il movimento insurrezionale fu al pari delle altre province calabresi. Lucrezia Plutino in Griso (nata nel 1806), figlia dei patrioti Frabrizio e Caterina Nesci, si dedic� alla cura dei fratelli, essendo rimasta orfana della madre a quindici anni. I fratelli ed il marito dovettero rifugiarsi in esilio a Malta per ragioni politiche. Nel 1848, dopo la promulgazione della Costituzione da parte di Ferdinando II, al loro rientro furono condannati con sentenza alla reclusione. Lucrezia prese in mano la situazione riuscendo a liberare il marito ed il suocero, trasformando poi la sua casa in un rifugio per i perseguitati politici. Fece parte della rete cospirativa, occupandosi del reperimento di armi e del reclutamento di volontari. Il suo nome � tra i pi� ricordati della storia del Risorgimento calabrese.

Ma anche l�Arb�ria calabrese non fu da meno. E� nota la grande partecipazione alle lotte risorgimentali dei calabro � albanesi. In questo movimento si distinsero anche le donne arb�reshe, il cui ruolo fu essenziale. Il ricordo orale ancora � vivo in alcune famiglie storiche di Lungro a cui appartennero personaggi illustri come il Tenente generale Domenico Damis (1824 � 1904) e il poeta soldato Vincenzo Stratig� (1822 � 1885). Nel citare solamente cinque, nel nome di queste accomuniamo tante altre donne che con sacrifici e patimenti di ogni genere, compreso i lutti, hanno scritto la loro parte di storia. Chiediamo solamente che Lungro le possa ricordare dedicando ad esse almeno uno spazio della sua memoria.

Le notizie che riportiamo in avanti sono tratte da due pubblicazioni che ricordano gli avvenimenti ed i personaggi della patriottica Lungro. Si tratta di "Parliamo di Lungro" (In occasione del Centenario dell�Unit� d�Italia), scritto da Angelo Vittorio Damis e voluto dal Comitato "Commemorazione del Risorgimento", pubblicato dalla Editrice Mit nel 1963 e di "Il tenente generale. Un albanese di Calabria nel Risorgimento" romanzo di Giuseppe Martino edito da Cultura Calabrese in due edizioni 1998 e 1999.

 

Matilde Mantile in Stratig� (1800 � 1870), coinvolta negli avvenimenti del 1859 e 1860. Era il 16 luglio del 1859, Vincenzo Stratig�, poeta e soldato, assieme ai suoi compagni di lotto Pietro Irianni (1830 � 1898) e Cesare Martino (1818 � 1887), in una piazza di Lungro, incit� la popolazione ivi radunata alla rivolta contro il Borbone, ricordando le vittorie delle forze franco � piemontesi in Lombardia ed in Emilia. Interpretava in tal modo l�insofferenza sua e di molti altri cospiratori. L�evento venne duramente represso dai gendarmi del Borbone catturando i familiari dei patrioti, i quali riuscirono a dileguarsi in tempo. La madre dello Stratig�, donna Matilde Mantile, sessantenne, poco dopo scriveva al figlio latitante, sul cui capo fu messa una taglia di duemila ducati: "io sono nelle prigioni di Lungro insieme ad altre donne� i tuoi fratelli godono e cantano nelle prigioni di Cosenza con i fratelli di Agesilao Milano". Mor� a Lungro nel 1870.

Lucia Irianni in Damis (1796 � 1865), protagonista degli avvenimenti del 1844, 1848 e 1860. Madre di Angelo e Domenico Damis. Nel 1844, essendo i due figli coinvolti nei moti insurrezionali di Cosenza, per la loro difesa al processo procur� i mezzi finanziari necessari con la vendita di gran parte delle propriet�, riuscendo cos� ad ottenere la loro scarcerazione. Cos� nel 1851 quando il figlio Domenico venne arrestato avendo guidato la resistenza alle truppe borboniche di Campotenese e Monte S. Angelo. Dopo aver sostenuto le spese dell�equipaggiamento e del soldo ai gregari, dovette assottigliare ancora il patrimonio familiare per sostenere le spese processuali, delle multe e delle pene accessorie non solo del figlio ma ti tutti i suoi compagni. Di questi ultimi alcuni furono assolti, altri condannati, ma il figlio Domenico venne inviato al Bagno Penale di Portici. A questo personaggio femminile "diventato leggenda anche fra quegli uomini da leggenda", Giuseppe Martino, nel volume sopra ricordato, ha dedicato un intero capitolo.

Cintia Mattin� in Irianni (1835 � 1919) protagonista degli avvenimenti del 1859 e 1860. Moglie del patriota Pietro Irianni, pi� volte adott� espedienti e strategie per impedire il suo arresto, essendo ricercato dalla polizia. Nel 1859, dopo i ricordati fatti del 16 luglio, il marito venne inquisito. Agendo d�astuzia, simul� una "interminabile" gravidanza nascondendo per lungo tempo sull�addome documenti compromettenti, evitando in tal modo che la polizia ne venisse in possesso. Uno dei suoi figli, il prof. Orazio Irianni fu giornalista ed autore di "Risvaglio Albanese, pubblicato a New York nel 1911.

Maria Cucci, altrimenti conosciuta come "Giubglia" (1819 � 1887). E� questa una figura di sposa e madre che coltivava e manifestava con passione i sentimenti di libert� e la sua avversione al regime borbonico, come ebbe ad esprimersi Angelo Vittorio Damis. Visse in un clima familiare impregnata di idee liberali. In quei tempi a Lungro, molti suoi figli erano costretti a vivere nella latitanza eludendo in tal modo le frequenti irruzioni della gendarmeria, in continua ricerca di cospiratori. Maria Cucci, con coraggio, si adoper� nell�assistere i perseguitati, nel visitare e soccorrere i fuggiaschi e nel favorire incontri segreti tra patrioti. Di corporatura "giunonica", avvolta dall�ampio costume albanese, si narra, che, durante le perquisizioni poliziesche, nascondesse i ricercati facendoli accovacciare tra le proprie gambe e coprendoli con l�ampia gonna del costume. Questo stratagemma non gli riusc� con Domenico Damis. Un gendarme, che aveva scoperto il trucco, cerc� di infilzare con la spada il protetto. Maria con prontezza devi� il colpo che gli procur� la perforazione della mano. Il Damis nel fuggire attraversa una finestra riport� la distorsione di un piede e venne catturato. Assieme a lui furono arrestati Maria Cucci, il marito ed il cognato.

Altre figure femminili da ricordare furono Giovanna e Rosa Damis, sorelle del generale ricordate negli avvenimenti del 1848.

Le donne coraggiose di Lungro. Il 1860 fu l�anno in cui tutto il Meridione, Sicilia compresa, visse la spedizione dei Mille di Garibaldi. Anche a Lungro, l�evento che doveva segnare l�Unit� dell�Italia, vi fu una mobilitazione generale. Uno dei suoi figli migliori, Domenico Damis, part� coi Mille alla volta di Marsala. Da Palermo scrisse una accorata lettera, conservata in originale al Museo Nazionale di Reggio Calabria (archivio Plutino), al fratello Angelo perch� si adoperasse a riunire il maggior numero di volontari dell�intero circondario per aggregarli ai garibaldini nella loro vittoriosa marcia verso Napoli. A Lungro, dove alto era "il fremito di rivolta e di libert�", il Damis riusc� a coinvolgere ben cinquecento volontari, dei quali la maggior parte erano "salinari", operai addetti all�estrazione del salgemma nella locale miniera. Oggi, una delle principali strade del centro storico di Lungro � intitolata ai valorosi "Cinquecento". Approssimandosi l�arrivo dei garibaldini a Castrovillari, i volontari, armati alla meglio, vennero organizzati in cinque compagnie comandate da Vincenzo Stratig�, Pietro Irianni, Pasquale Trifilio, Giuseppe Samengo e Cesare Martino. Le donne di Lungro, ancora una volta, si sono volute distinguere, salutando i loro uomini che partivano con una spontanea manifestazione d�affetto. Al loro passaggio esse lanciarono dai balconi fiori e grida augurali. Consegnarono ad essi oltre a munizioni e acquavite anche una "vistosa bandiera tricolore ornata dello scudo sabaudo, in cui, i bordi e la croce erano ottenuti con i galloni argentati in uso per i costumi albanesi femminili". Questa bandiera, oggi conservata tra i preziosi cimeli della famiglia Damis, sventol� a Capua il 1� ed il 2 ottobre 1860, in testa al reggimento albanese.

Nell�anno 1904 moriva in Lungro il Generale Domenico Damis. La nostra cittadina sapr� ricordare questo centenario con una dignitosa celebrazione, come nel, passato ha fatto per ricordare i suoi figli migliori. Sar� una occasione perch� nel nome dell�unico lungrese che fu dei Mille di Garibaldi vengano ricordati alle nuove generazioni anche gli altri patrioti, comprese quelle madri coraggio delle quali, di alcune di esse, abbiamo voluto tracciare una breve sintesi del loro eroismo.