I VENATO, ABATI DEL MONASTERO DI LUNGRO

di Amato Campolongo

 

    Nel 1585 moriva l'abate commendatizio Camillo Venato, o Venuto, e che alla sua morte si fece l'inventario dei mobili e delle suppellettile di sua pertinenza per ordine del Nunzio Apostolico, e depositari furono nominati don Silvio Campolongo, don Antonio Branca e don Marino Miraglia, che lasciarono per mano del Notaio Cozzi, ricevuta degli oggetti loro dati in consegna e cio�: tre boccali d'argento grandi di libbre in tutto 21. Tre grandi bacili di libbre 24, dei quali un bacile con un boccale dorati, ed altro bacile ed un boccale alla spagnuola (?). Sei candelieri d'argento. Una madreperla con piccola? ... di argento dorato. Una caraffa di smalto con argento dorato. Una tazza d'argento per bere, indorata e lavorata a punta di diamante. Cinque panni di corso (?). Vaste (?) con le colonne dorate. In due casse di legno, pezzi 12 di coiro, fra grandi e piccoli, dorati, per paramenti di due stanze. Una trabacca di damasco cremisi in sette pezzi. Simile in damasco nero. Simile di lilo in dente con liste bianche. Altra consimile senza liste. Altra pure fine n liste larghe cinque dita di filo amalfitano. Sedici materassi di lana. Sessantaquattro fascie di origliere.

   Oltre di queste cose, Giov. Batt. Venato aveva in suo possesso, tra molte altre, i seguenti oggetti di pertinenza del defunto abate: dodici selle con le rispettive armature per cavalli ed una co briglia di argento e redini di seta. Sette balestre a balzana. Un cavallo sainato ed un altro di razza Bisignano. Due ginnetti di manto baio-scuro. Quattro muli. Dodici cosciali di seta. Popponi foderati di pelle di volpe. Pendigli numero 12 e stivali di vacchetta. Speroni di argento e cento altre cose (Documento riportato dal Fuscaldo nell'inedita sua monografia su Altomonte).

   Dal Regesto Vaticano per la Calabria del Padre Francesco Russo ricaviamo i seguenti documenti:

  15 ottobre 1518 - Il Cardinale Giulio de Medici, abate commendatario, cede la commenda a favore di Iacobo Venato, clerico napoletano (15947 e 15954 in data 19 novembre 1518).

  21 aprile 1535 - D. Pietro Giacomo Venato cede la commenda al Cardinale D. Antonio Sansevenino (17473).

  29 luglio 1535 - Il Cardinale Antonio de Santosevenino consente alla cessione della commenda in favore di Pietro Antonio Venanti (sic), clerico napolitano.

  12 novembre 1545 - Il R. P. Petro Iacobo Venato, clerico napoletano, consente alla cessione della commenda in favore del Cardinale Giovan Vincenzo Acquaviva (19038).

  18 marzo 1547 - D. Pietro Nicola Venato, commendatore, cede detta abbazia in favore di Camillo Venato (19235).

  20 maggio 1547 - Camillo Venato, commendatore, per cessione di Iacobo Venato (19256).

  1 luglio 1547 - D. Camillo Venato, commendatore, vacante, per cessione del commendatore D. Iacobo Venato (19266).

  1 settembre 1553 - Per morte di Iacobo Venato � nominato il Cardinale Michele Saraceno (20087).

 18 marzo 1571 - Camillo Venato si lamenta col Cardinale Sirleto del vescovo di Cassano, che gli contesta la giurisdizione sui preti greci del casale di Lungro (22339).

 27 marzo 1571 - Lettera di Camillo Venuti, in cui rivendica a s� la giurisdizione sui preti greci di quel casale, contro le pretese del Vescovo di Cassano (29342).

  1 giugno 1585 - Per morte di Camillo Venuti � nominato il Cardinale Sci- pione Lancellotto (23791).

  Un Giovan Battista Venati, napoletano, della famiglia medesima, il 22 dicembre 1531 aveva acquistato dal Principe di Bisignano e Conte d'Altomonte Pietro Antonio Sanseverino la giurisdizione criminale di Lungro, col diritto di carlini tre a fuoco: il tutto per il prezzo di D. 300 (M. Pellicano Castagna, La storia dei feudi..., 111, p. 29).

  Lo stesso era ancora "patrone del criminale" nel 1545 (D. Zangari, Le Colonie Italo Albanesi..., p. 58).

L'abate Camillo Venato del fu Ferdinando nell'anno 1580 era in lite con Geronima Sanseverino, sua madre, sul legato annuo di 200 ducati lasciato dal fu suo padre (Archivio Stato Napoli, Pandetta Nuovissima, 219/3427)./

Dai detti Ferdinando (+1556) e Geronima (+ prima del 1592) nacquero: Camillo, abbate di Lungro, Scipione, Francesco, Geronima (vergine), Giulia (sposata), Isabella, Livia, Aurelia e Claudia (sposata con un d'Aquino) (lbidem, Pandetta Nuovissima, 807/16580).

 

Articolo pubblicato su Katunndi Yn� n. 128 - 2007