QUANDO I MICROFONI DELLA RAI CALABRESE SI APRIVANO ALLE ALTRE LINGUE E CULTURE

Una storia, quella della Rai calabrese raccontata dal giornalista Pino Nano (*) nei suoi minimi particolari, � anche una parte di storia della Calabria e dei calabresi. Il suo raccontare affascina il lettore. Cos� come i particolari, i tanti nomi a partire dai "ragazzi di via Montesanto" interpreti del pionierismo radiotelevisivo in Calabria. Noi che viviamo in un contesto particolare socio � culturale, qual � l�Arb�ria, abbiamo ritrovato nelle pagine di Pino Nano quegli spazi preziosi che la Rai regionale ha riservato alle minoranze etnico � linguistiche che, forse, non conoscevamo. Errano allora tempi migliori? Sotto alcuni aspetti si. Basta scorrere l�elenco delle produzioni realizzate dalla Struttura di programmazione diretta da Antonio Minasi. Poi, con la riforma del Servizio pubblico radiotelevisivo, la Struttura venne chiusa quasi contemporaneamente con l�inaugurazione del nuovo edificio della Rai di viale Marconi. Cos� la cultura calabrese venne emarginata e, conseguentemente, anche le altre lingue e culture minoritarie calabresi subirono la stessa sorte.

Oggi le cose sono diverse. La Sede Regionale Rai ha avuto assegnato, dal Contratto di Servizio, un compito nuovo e cio� quello di mettere a disposizioni i mezzi tecnici ed il personale tecnico qualificato ai fini della realizzazione di una programmazione nelle lingue originarie per le minoranze linguistiche storiche, cos� come contemplato dalla legge quadro nazionale di tutela n. 482/99. La Regione Calabria, finalmente, si �, solo di recente, dotata di una propria legge applicativa a quella nazionale necessaria per la stipula della convenzione Ragione � Rai per l�avvio dei programmi informativi e formativi in lingua.

Per questi motivi abbiamo voluto preparare questa pagina per il nostro sito. Pi� che di amarcord vuole essere uno contributo per il raggiungimento dell�obiettivo "SI APRANO I MICROFONI E SI ACCENDANO LE TELECAMERE RAI AI CALABRESI DI ALTRA LINGUA E DI ALTRA TRADIZIONE CULTURALE"

 

    Caro Alfredo dentro ci sei anche tu

Pino

        10.3.2001

Pino Nano, oggi capo redattore della Sede Regionale Rai della Calabria, nella pubblicazione sui 40 di Rai in Calabria, di cui riproduciamo il frontespizio del secondo volume, ha voluto fare un riconoscimento personale, ma non solo, al giornalista Alfredo Frega che, per anni, � stato prima corrispondente del Giornale Radio e poi collaboratore della Struttura di Programmazione Rai, collaborando in tal modo per la conoscenza e diffusione della cultura delle minoranze linguistiche storiche della Calabria.

Riportiamo di seguito quanto l�Autore ha scritto di lui.

 

Vol. I � L�irresistibile fascino della radio

Pagg. 216 � 217: In assoluto, uno dei primissimi documentari radiofonici (se non il primo) della Sede calabrese della Rai fu proprio "Gli ultimi di Scanderbeg", realizzato da Enrico Mascilli Migliorini e Nin� Talamo. Se lo ricorda bene un grande studioso di tradizione Arbereshe, Alfredo Frega: "Attraverso le interviste a Giuseppe De Rada, nipote del grande poeta di Macchia Albanese, Gerolamo De Rada, Giuseppe Ferrari e Piero Tamburi, al prof. Demetrio Mauro e all�insegnante Rosa Bruno, veniva fuori un mondo culturale cos� ricco ma ancora cos� poco conosciuto. La storia, le tradizioni, la lingua, la letteratura ed il rito bizantino degli "arbereshe", venivano per la prima volta posti all�attenzione del Paese grazie alla messa in onda in rete radiofonica nazionale. Il documentario ebbe un successo enorme e ricordo venne anche segnalato al Premio Italia". Siamo negli anni 59 � 60, la Rai in Calabria muoveva ancora i primi passi, e incominciava a farlo proprio interessandosi della grande comunit� albanese. I ricordi di Alfredo Frega sono ancora netti e nitidissimi: "Nel 1964, nel teatro parrocchiale di Acquaformosa, Emanuele Giaccia curava le registrazioni dei "Canti albanesi di Lungro", eseguiti per l�occasione da Pasquale Pisarro, Alessandro Tennis, voce e chitarra, Giovambattista Serravalle e Nando Elmo. Quei canti cos� melodiosi e belli diventarono poi la colonna sonora di tantissimi servizi giornalistici. Lo stesso notiziario radiofonico Corriere della calabria apriva per la prima volta i suoi microfoni anche a due corrispondenti arbereshe. Erano Emilio Tavolaro di San Benedetto Ullano e io stesso da Lungro: Fu l�inizio di una lunga serie di trasmissioni radiofoniche che per la prima volta raccontarono a tutto il mondo gli avvenimenti pi� importanti della realt� italo � albanese".

Ben presto questo interesse verso le minoranze etniche si allarg� alle altre due isole linguistiche calabresi: Prima i grecanici, poi gli occitani. Per la prima volta nel 1977 la radio si occupa di Roghudi e di Guardia Piemontese. Il programma si chiamava "Paese che vai: usanze e luoghi della Calabria". La curava lo storicoGustavo Valente e materialmente la realizzava la regista Pupa Pisani. Ma sempre in quell�anno seguirono altre produzioni radiofoniche. Alfredo Frega ricorda: "Italo Costante Fortino cur� cinque puntate interamente dedicate agli "Albanesi di Calabria". Erano dedicate ai temi caratterizzanti l�Arber�a: "Besa", "Kalimera", "Java", "Vatra" e il "Rito bizantino". Ma ricordo anche che Vittoria De Luca, intanto, conduceva un programma che si chiamava "Cantiamo arbereshe", con il Gruppo Folk "Te Bilt e shqiponjes". Erano "I Figli dell�Aquila" e i piccoli del Gruppo di Frascineto". In quello stesso periodo la Terza Rete radiofonica della Rai, in collaborazione con la sede di Cosenza realizz� anche "Quale Folk". Era un programma dedicato alla cultura albanese, che conduceva Emanuele Giacoia insieme a Piero Pisarra e Renato Guzzardi. L�anno dopo, 1978, lo stesso giornalista arberesh Antonio Scura firm� come autore/testi un programma di tredici puntate, "Gli Albanesi di Calabria: ieri e oggi", che per la prima volta diede al grande pubblico della radio l�idea generale di quanto complesso e affascinante fosse il mondo arberesh. Nel 1980 fu l�anno de "Il Fagotto", una rubrica firmata da Giovanna Lio e che diede ampio spazio ai temi delle etnie grecaniche, mentre Paolo Cinanni e Vito Teti, sempre in quell�anno, su "Tuttocalabria" riaffrontarono in chiave antropologica il tema arberesh. Nel 1983 Antonio Minasi chiese allo stesso Alfredo Frega la sua consulenza per un programma assai bello, che si chiamava "Estate in Arberia: viaggio tra gli arbereshe di Calabria" E per la prima volta alla radio si sente parlare della Cooperativa Musicale Arbereshe di San Demetrio Corone, della Compagnia teatrale Arbereshe di Eianina, del Culto delle icone. Gli stessi programmi successivi, "Le isole ritrovate", "Radio in due, la Calabria delle minoranze linguistiche", Radio Clud Etnie", "La Calabria dei Paesi e delle citt�", "Itinerario storico � culturale" contribuirono a diffondere la storia e lo spirito dell�antica tradizione linguistica in Calabria.

In questo ricchissimo patrimonio, insieme alla commovente nostalgia di Alfredo Frega, rimane oggi anche il ricordo vivo e la genialit� di uno storico come Gustavo Valente���������..

Pag. 248: Magazine � Il programma viene messo in onda rigorosamente in diretta, porta le firme di Enzo Romeo, Alfredo Frega, Francesca Pecora e Pasquale De Carlo, e si presenta come "un contenitore aperto" sui temi emergenti della vita regionale, legati alla stagionalit� del momento��������

Vol. II � I corrispondenti, colonna portante di ogni redazione

Pag. 82: Alfredo Frega invece vive e lavora a Lungro. Da anni, ma lo � stato per anni, Alfredo rimane per noi l�insostituibile e forse anche l�interprete pi� serio e pi� attendibile delle migliori tradizioni italo � albanesi di Calabria. Come dire? Alfredo � da sempre il nostro ponte ideale sul mondo della vecchia Arber�a, e questo accade anche quando non lo sentiamo, o non lo vediamo per mesi o per anni. Qualunque cosa per� ci sia da fare nei paesi albanesi, Alfredo � una garanzia assoluta che ognuno di noi in Rai sa di poter avere. Quando lui non c��, ricorriamo al dolce romanticismo di Demetrio Emmanuele (per lui l�Arber�a � il pi� bel sogno della sua vita), ma � davvero raro che Alfredo si allontani dalla sua Lungro e dall�ombra storica della sua Eparch�a.

Nota a pag. 187: Alfredo Frega (giornalista pubblicista, Consigliere Segretario del Circolo della Stampa Pollino � Sibaritide e grande esperto di cultura italo � albanese) analizzava il quadro completo ed aggiornato delle "Nuove prospettive per l�informazione plurilingue in Calabria" (vedi "Il Giornalista della Calabria" Periodico del Sindacato Giornalisti Calabresi, anno I, n. 3, Dicembre 1998).

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(*) NANO PINO, 40 anni di RAI in Calabria, Vol. I, Da via Montesanto a Corso Marconi, prefazione di Enrico Mascilli Migliorini, Ediz. Memoria, Editoriale Bios, Cosenza 2000

(*) NANO PINO, 40 anni di RAI in Calabria, Vol. I, I ragazzi di via Montesanto, prefazione di Rocco Turi,

Ediz. Memoria, Editoriale Bios, Cosenza 2000