ALL'INCONSOLABILE FIGLIO

dell'estinto

D. AGOSTINO MAIDA

 

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SONETTO

 

Amico, entrambi un troppo caro oggetto

Ploriam dolenti a due sepolcri accanto :

Tu l'ombra evochi d' un genitore diletto,

Io d' una madre che m' amo cotanto.

D' amor paterno e di materno affetto

Alto incommensurabile è l'incanto;

E quell'affanno ch' hai nel cor ristretto

Dal mio affanno misuro e dal mio pianto.

Crudel destino a noi presenta il volto

D' un' avvenir per te privo d' amore,

Per me d' atre caligini ravvolto.

Ah! si ploriamo entrambi, e il voto core

Ricolmi il duol; che ove un gran ben c'e tolto,

Tien loco di quel ben solo il dolore.

ANGELO MARTINO

 

 

ALL'ONOREVOLE

SIG. D. AGOSTINO MAIDA

 

                 Agostino mio

    Seppi la grave sciagura che colpi la vostra famiglia; e se non mi fo ad esprimervi tutto il dolore da cui il mio cuore ne rimasE compreso, lo è perché manifestandolo temerei di troppo accrescere ed incrudire il vostro. Dalla doglia che ho patita io , argomento quella che avete dovuto soffrire voi; la quale suppongo sia stata immensa, infinita, quale appunto suole essere in chi nella morte del proprio parente lamenta in un tempo istesso la perdita del più amorevole dei padri, del più savio dei maestri, la scomparsa dell'astro più luminoso della propria casa, il mancare della più inclita gloria della commune patria.... Si Agostino mio, io entro con tutta l'anima nelle particolarità della vostra afflizione; e per quanto possa veder copiose le vostre lacrime; non oso pero riprenderle come eccessive; sapendo che natura vuole il tributo del pianto in ragion del dolore, e che quelle stille che l'occhio non versa ricadono infuocate sul cuore e l'abbruciano. Ma tra le considerazioni che tutto il di vo facendo suI vostro stato , mi viene sovente dinanzi anche questa , cioè , che nei gravi affanni sia non meno indispensabile del libero sfogo la misura delle lacrime, e che il più fatale degl' infortunii sia quelle appunto, che nel privarci di ciò che avevamo di più caro, ci rende non abbastanza solleciti di quel che ancora ci rimane. Messi noi suI mondo fra l'avvicendarsi continuo della vita e della morte, fra il duplice dovere di pia memoria pei nostri cari che più non sono, e di soccorrevole opera per quegli altri che ancora si avanzano, debito nostro egli e di armonizzare questi due doveri in maniera, che nel serbarci devoti al culto dei trapassati, non mancassimo al tributo di cure che dobbiamo ai vivi. So pur troppo che la vostra famiglia non ha ora altro sostegno che voi, che nella sola vostra opera essa confida di rinvenire un compenso degli aiuti che le venivano da vostro padre; alle quali imperiose esigenze volendo voi provvedere uop'è che curiate anzi tutto di darvi animo facendo sosta dalIe afflizioni, le quali infievoliscon le facoltà dello spirito non meno che quelle del corpo, e che spogliano si l'uno che l'altro della necessaria energia per vincere le difficoltà ed apparecchiare il successo delle opere. In riguardo al quale suggerimento dovreste mostrarvi tanto meno difficile ad esaudirmi, riflettendo che il prolungamento delle vostre ambascie potrebbe recar serio nocumento alla vostra salute, la quale alterandosi sarebbe causa di amaritudine e di danni incalcolabili per vostra madre e le vostre sorelle, le quali ora vivono in voi , e per voi , ed alle quali se voi veniste meno sarebbero miserissime e desolantissime su questa terra. Vero e che in perdite pari alla presente, le anime dotate di gentili sensi come la vostra, provano una tal quale ripugnanza a confortarsi, parendo loro che l'alleviare la propria afflizione sia una sacrilega incuranza al caro estinto; ma nel caso presente e di mestieri che voi trionfiate di questa istessa ripugnanza, non cercando voi di sottrarvi aI cordoglio per l'amor di voi stesso ma per l'idea di cooperare al bene di esseri altrettanto sacri quanto vi era quello, la cui morte ora Vi contrista. Se gli estinti, nella nuova regione in cui soggiornano, conservano tuttora gli affetti che li governavano in terra, e da credersi che la bell'anima di vostro padre, che non gradiva diletto che con voi non dividesse, e che inquieto il rendeva ogni menoma doglia che da un di voi si soffrisse, e da credersi dico, che mirando egli da colassù i vostri lutti, troppo se ne turbi e s' addolori , e che gli effluvii delle vostre lacrime non salghino sino a lui che per ottenebrare il vivo sereno del suo celeste orizzonte. E quindi anche per lui che vi do preghiera di sollevarvi dall'ambascia ch'e vi travaglia, sicuro essendo che liberandovi dall'attuale tristezza per elevarvi a pensieri più calmi, l'anima di vostro padre ne sentirà tanto maggior consuolo per quanto di affanno si è scemato nella vostra. Si tranquillatevi, Agostino mio, e nel procurare la necessaria calma al vostro cuore, adoperatevi con ogni sforzo di rialzare gli abbattuti spiriti di vostra madre e delle sorelle vostre, le quali sensibilissime e tenerissime quali esse sono, avranno con  tal potenza inteso il rio colpo che le ha percosse, da abbisognare, alcerto, dell'aita altrui per sollevarvisi. E' convinto come voi siete, che nelle afflizioni riesce d'immenso refrigerio l'amore delle persone care, siate attento nel non risparmiar loro sollecitudine e cura veruna ; e nel cercare anche voi di consolarvi merce l' affetto che vi verrà da esse, procurate in tal guisa di recarvi a vicenda un ristoro nelle amaritudini communi ; che Dio non ad altro pose nei nostri petti il benefico sentimento dell'amicizia, se non per temperare l'asprezza e mitigare i dolori del nostro pellegrinaggio sulla terra. Nella nuova condizione di cose in cui è entrata la vostra famiglia, grave e difficile senza dubbio e la parte che a voi s'aspetta; ma non dovete

per tal riguardo isconfortarvi; dappoichè la Providenza dispone ogni cosa con sapienza, ed allorquando addossa sugli omeri d' un uomo un troppo onesoso fardello , non e per vederlo schiacciato sotto il peso di quello, ma per dargli la lena necessaria a sopportarlo. Confidente negli aiuti del cielo e nelle vostre forze, assumete quindi con sicurezza il carico che vi e assegnato; e memore sempre di quanto dovete alla vostra famiglia ed alla rinomanza del vostro casato , non v'indirizzate mai a cosa che ad utile e lodevole scopo I non fosse volta ; di tal che i vostri amici ed il paese , vedendovi in simil guisa operare, posson di buon' ora consolarsi della perdita  che han fatto in vostro padre, vedendo in voi redivive le virtù e  la mente di lui. Addio, mio amato Agostino. Infinite altre cose vorrei dirvi, ma la penna non sa che troppo imperfettamente ritrarre i sentimenti del mio cuore. Addio , adunque , Addio.

            25 Novembre 1857

Il Vero Affettuosissimo Amico

 D. D.