Francesco Saverio SAMENGO

IL COMUNE DI LUNGRO

dall'agosto 1912 al settembre 1913

   6^ parte

 

 

11- Pel registro delle deliberazioni della Giunta - Osservazioni date all'Ispettore (1)

 

L'anno 1913 addì 21 settembre avanti a me Angelo Blanqui di Roascio si è presentato il sig. Sindaco di Lungro Samengo Francesco Saverio, al quale ho fatto presente la ragione per cui ho dichiarato di ritirare il registro delle deliberazioni della Giunta Municipale e cioè perchè dello esame di esso mi è risultato che in esso non figurano gli originali di deliberazioni le cui copie figurano inviate alla Sotto-prefettura e perchè le deliberazioni di detto registro intercalato con l'aggiunta di fogli da bollo ed ingommati fra una pagina 'e l'altra non corrispondono con la progressione delle date e parecchie date delle deliberazioni lasciano dubitare della loro autenticità. A tali osservazioni il Sindaco risponde quanto ed anzi preferisce  di scrivere di suo pugno la risposta:  

« Le delibere della Giunta solitamente si sono prese o con appunti redatti dal Segretario o con miei proprii scritti, mentre le specifiche venivano originalmente firmate. La copia nel registro e tutt'altro va affidata alla Segreteria. Tali fogli staccati si trovano in registro anché precedentemente allamlia assunzione di Sindaco.

Non so nè posso spiegare, come non si trovino in registro, oppure in fogli staccati da bollo, delibere, che si siano inviate alla Sottoprefettura. Ciò non può essere effetto che di non accorta diligenza dell'Ufficio di Segreteria, nella quale debbono trovarsi gli appunti del Segretario o quelli da me redatti; come provvisorii  originali di tutte le deliberazioni. Io con i miei assessori le ho firmate, quando erano già ingommate. Pur trovando la cosa non troppo regolare, vi passai sopra per non incontrare le fiscalità del bollo.

Ricordo di aver detto al Segretario di enumerare con lapis tutti i fogli comprendendo le deliberazioni staccate ed intercalate. Ad evitare possibili dimenticanze, di trascrizione in originale nel regirtro feci fare una delibera di delibere in data 20 agosto u.s., che richiama tutte o quasi le deliberazioni prese in precedenza con l'indicazioni relative data e valore e nomi.

Letto e confermato il presente verbale viene da me sottoscritto unitamente all'Ispettore Generale.

Samengo = Roascio

 

Nota bene:

Si era da me voluto che tutte le deliberazioni di spese, erogate a calcolo dalla. Giunta, venissero trascritte nel registro poiché mi sembrava poco regolare la sola nota specifica vistata e deliberata. Questo lavoro si apparteneva alla Segreteria, che era anche tenuta a spedire le copie alla Sottoprefettura. Le deliberazioni del registro, sia della Giunta che del Consiglio, venivano firmate non volta per volta, ma quando già erano in certo numero. Alle mie vive insistenze l'incaricato della tenuta del registro della Giunta non avendo diligentemente fatte le opportune inserzioni, ma avendo già trascritte altre, che si erano prese posteriormente, ridusse gli originali in fogli da bollo, che ingommò nel registro. Per tale fatto ed a evitare possibili lacune riunii il 20 agosto 1913 la Giunta e riesaminai con gli assessori tutte le spese a calcolo già fatte, facendo apposito elenco, che colla deliberazione feci immediatamente scrivere nel registro.

Non è vero che gl'impiegati protestassero per le osservazioni da me scritte all'Ispettore. Il Segretario Sig. Pasquale Manes dichiarò che egli era estraneo ai lavori di contabilità ed incaricato di essi e delle relative deliberazioni della Giunta era l'Ufficiale d'ordine sig. Vaccaro Nicola. Dichiarazione accettata, perchè vera, e confermata da me e dal Vaccaro – e notata e controfirmata in seguito alle mie osservazioni sopra riportate.

Del resto gli originali esistono e furono appositamente voluti non vedere dallo Ispettore. Essi trovansi ai piedi delle specifiche, firmate dalla Giunta con la relativa data di deliberazione e nei mandati, lasciati in pagamento.  

L'Ispettore nella sua relazione non sa spiegarsi a carico del Sindaco (degli altri non se ne cura) questo disordine nel registro delle deliberazioni; E, poichè non trova ragione d'interesse privato, afferma che si spiega con la mania del Sindaco a far bella figura con la Sottoprefettura (!!!).

Ma io domando: non potendosi sospettare la mia onestà perchè dovevo pensare a far. bella figura col Sottoprefetto di Castrovillari, che conosceva mio nemico per ragioni politico elettorali?

Ma dove si vede lo scopo partigiano di questa pretesa inchiesta, che voleva moralmente e materialmente rovinarmi, occorre fare noto i seguenti fatti, provocati da1 non mai abbastanza lodato, Roascio.

Appena col registro della Giunta giunse a Castrovillari, egli - Roascio - informa a suo modo il Procuratore del Re senza denunziare alcun mio male operato. Intanto alla Procura del Re arrivano lettere anonime e rapporti del famigerato delegato Ragusa. S'istruiscono contro di me tre processi. Il Giudice Istruttore chiede per tre o quattro volte notizie dell'inchiesta. Non si risponde. Da parte mia sollecito, con istanze scritte, i lavori di istruttoria. Finalmente dopo sette mesi il Giudice Istruttore dichiara la inesisteza a mo carico di alcun reato e manda gli atti all'Archivio.

Si vogliono ancora iniziare contro di me altre procedure penali? Si accomodino pure. L’invito, anzi li sfido a questo duello giudiziario.

Il mio onore di cittadino e di uomo è uscito ed uscirà salvo ed integro. Questa è la mia promessa.

Il Roascio,venuto con un mandato preciso della polizia politica, ha trascurato l'esame della storia amministrativa del Comune. Ha chiesto per me denunzie penali pel ridicolo appunto del registro e non mi ha concesso, neppure. un milligramma di buona fede.

Eppure la buona fede si era ammessa contro amministratori, la di cui opera aveva arrecato danni significanti al nostro Comune!

Oh! se uno di quei fatti, che furono dichiarati penalmente e civilmente sanati dagli organi tutorii, fossero avvenuti sotto la mia amministrazione, non si troverebbe corda abbastanza in Italia per impicciarmi nella piazza principale cittadina, come pubblico esempio, Non è vero uomo integro e sapiente! Roascio, illustre!?

 

 

(1) Vedi l’ufficio comunale pag. 14