Si ringrazia Gigino La Gamma per averci fornito l'opuscolo

Francesco Saverio SAMENGO

IL COMUNE DI LUNGRO

dall'agosto 1912 al settembre 1913

   4^ parte

LUCE ELETTRICA

 

Da circa due anni la Ditta Scaldaferri aveva data la illuminazione elettrica in Lungro. La intrapresa della Ditta Scaldaferri meritava il plauso della cittadinanza.

Però, essendo sorti e migliorati altri, stabilimenti, di produzione di energia elettrica, le concessioni da questi. fatte avevano acuito il desiderio di una migliore illuminazione e di un più modesto pagamento.

Al Comune era già pervenuta una istanza della Ditta Giacobini di Altomonte, offerente vantaggi maggiori.

Il Sottoprefetto di Castrovillari inviava nuova domanda della Ditta Giacobini ed il Consiglio il 15 settembre 1912 nominava una commissione, perchè rilevasse la situazione del Comune nei riguardi della Ditta Scaldaferri, invitando l'amministrazione a richiedere contemporanea mente il parere del Prefetto.

Il 29 dicembre 1912 il Consiglio, su proposta della. Giunta, deliberava l'emissione dei mandati per l'illuminazione pubblica provvisoria, detraendo però la somma di L. 180.00 per le lampade, che avevano perduta l'intensità luminosa normale.

Il 1. febbraio 1913, dietro la lettera del Prefetto, conclamante l'assoluta  libertà da ogni vincolo pel Comune, il Consiglio affidava al Sindaco l'incarico di trattare con la Ditta Scaldaferri le basi del contratto. Non si voleva agire violentemente perchè non era equo che la Ditta Scaldaferri  avesse a perdere i capitali impiegati per trasportare l'energia in Lungro e per la distribuzione di essa  nell'abitato. Era un sentimento di giusta  e  onesta considerazione. Ma la ditta Scaldaferri si trincerava nei suoi diritti, che affermava già interamente convenuti nel contratto stipulato il 5 marzo 1911 col Sindaco del tempo, senza autorizzazione del Consiglio comunale e senza naturale susseguente visto del Sottoprefetto.

Il 15 marzo il Sindaco riferiva le difficoltà incontrate con la Ditta Scaldaferri ed il Consiglio, approvandone l'operato, lo incaricava di redigere un capitolato per la pubblica illuminazione elettrica da sottoporsi ad esso.

La Ditta Garga, a mezzo del Sig. Loreto, faceva istanza per assumere il servizio d'illuminazione ed il 27 marzo il Consiglio stabiliva che le Ditte Giacobini e Garga versassero L. 5000 per giascuna a garanzia dell'offerta e che il Sindaco otre le due ditte invitasse anche la Ditta Scaldaferri a trattare per miglioramenti nel servizio.

La sola Ditta Garga  versò L. 5000.

La Ditta' Scaldaferri in vece di assentire alle trattative, spiccò atto di citazione al Comune pel pagamento di 2633,33, oltre agli interessi, per consumo di luce pubblica, in base al contratto 5 marzo 1911.

Il Consiglio autorizzava il Sindaco, a stare in giudizio per sostenere che il credito di L. 2633,33 vantato dallo Scaldaferri dipendesse daIl'illuminazione data in servizio provvisorio e non dal contratto 5 marzo 1911, assolutamente non valido.

E, poichè la lite con Scaldaferri importava al Comune un onore di L. 48000,. trattandosi di 15 anni e del canone di L. 3200 annue, non conveniva affrontarla a cuor leggiero. Il Sindaco, coi fondi messi a disposizione dal Consiglio con deliberazione 13 aprile 1913 era autorizzato a consultare persone competenti in materia. La deliberazione era prontamente vistata dal Sottoprefetto. Al Consiglio si comunica il parere favorevole al Comune, redatto dall'avv. Corigliano e le conversazioni tenute in proposito dal Sindaco con l'avv. Camporota ed altri.

Intanto per le delibere del 26 aprile e del 19 maggio veniva il 15 giugno 1913 approvatto il nuovo testo unico.

Il Tribunatle di Castrovillari, condannando il Comune ai pagamenti, affermava che nessun contratto si era tra esso e la Ditta Scaldaferri.

La tesi, sostenuta dall' amministrazione Samengo, così vittoriosamente si affermò.

Ma pure nella integrità del suo diritto è dato sperare  che si addivenga ad un accordo con la Ditta Scaldaferri, perché il puntiglio, la resistenza a tutta oltranza nuocciono assai più che giovare,