Osservazioni sul progetto di legge

relativo alla cessione delle saline di Barletta e Lungro

di Agostino BURGARELLA

(Torino, 16 luglio 1862)

 

 

Onorevoli Signori Senatori e Deputati,

L'annunzio, che prima del chiudersi la presente Sessione sia per sottoporsi all'approvazione della Camera elettiva il progetto di legge presentato dall'onorevole signor ministro delle finanze nella tornata del 26 testè decorso giugno e contenente la convenzione particolare stipulata fra lo stesso signor ministro e la casa francese Emilio Erlanger e compagnia, indusse il sottoscritto. anche come socio e rappresentante la casa Ali di Trapani (della quale è munito di autentico mandato) , a sottoporre le seguenti osservazioni all'imparziale esame ed alla saviezza del Parlamento. Al che lo confortò non tanto la tutela del proprio diritto e del proprio interesse quanto il reale vantaggio dello Stato e delle finanze nazionali; e a ciò lo confortò pure il sapere che l'onorato ed operoso cittadino che attualmente regge quel sì importante Ministero non solo non si adonta delle franche osservazioni che da chiunque possano muoversi circa a' suoi progetti, ma anzi fa buon viso a quelle che, sebbene non si accordino co' progetti stessi, accennino ad un effettivo vantaggio della cosa pubblica.

Le case Ali e Burgarella, di Trapani, proprietarie di alcune ragguardevoli saline in Sicilia, furono fra quelle che negli scorsi mesi dimostrarono intenzione di concorrere alla concessione delle saline di Barletta quando il Governo s'inducesse a cederle. E infatti anche ad essa casa Ali il signor ministro delle finanze diresse, in data del 80 giugno 1862, una circolare colla quale si accompagnava il progetto di contralto privato che si proponeva dal Governo ai diversi concorrenti, prescindendo così dallo esperimento delle subaste. Nella circolare si prescriveva di rispondere anche telegraficamente pel  giorno 5 giugno.

Il progetto stesso conteneva in sostanza questi elementi, queste condizioni :

1° Cessione per anni trenta delle saline di Barletta, con facoltà di crearne altre nel litorale adriatico;

2° Obbligo nel Governo di ricevere dal concessionario quintali metrici annui 150000, con facoltà di elevare la richiesta fino a quintali 800000, al prezzo che fosse, dalle private offerte, per risultarne minore ;

3° Obbligo nel concessionario di erogare L. 400,000 in lavori di miglioramento, onde poter recare la produzione fino a q. 800000 ;senza diritto nel concessionario di aversi, al termine del contratto ,alcuna indennità per le migliorie eseguite ;

4° Cauzione di L. 100,000 da darsi dal concessionario, e da lasciarsi in deposito a garanzia dello adempimento de' suoi obblighi.

La lettera-circolare giungeva da Torino a Trapani il 5 giugno ; sicchè era impossibile ai signori Ali e Burgarella di prendere adeguata cognizione di sì importante progetto, ponderarne le condizioni e comprendere quindi in un telegramma (sempre in quello stesso giorno) le loro osservazioni e proposte. Perlocchè essi, affidati tanto alla circostanza che non trattandosi di subasta non erano fatali i termini posti, quanto alla equità del ministro che non avrebbe potuto non valutare quelle difficoltà reali, da un lato mandavano a Torino il signor Burgarella, dall'altro, per mezzo ,di un loro incaricato, facevano noto al signor ministro il prossimo arrivo in Torino del signor Burgarella, e chiedevano qualche giorno di dilazione.

Giunto il Burgarella in Torino, presentava, il giorno 16, al ministro la sua offerta più vantaggiosa di quella della casa Erlanger e compagnia, domandando in ogni caso la subasta. Ma dal ministro gli fu detto che in quello stesso giorno erasi, poche ore innanzi, determinato di conchiudere il contratto coi signori Erlanger e compagnia di Parigi, sebbene poi il contratto medesimo, presentato alla Camera, porti la data del 21 giugno. Quel contratto, conchiuso di tal guisa dopo diciotto giorni dal 5 giugno, è quello che nella tornata del 26 giugno fu dall'onorevole ministro presentato alla Camera dei deputati; ma quel contratto era in grandissima parte mutato dal progetto già proposto dal Ministero il 80 maggio alla casa Ali e agli altri concorrenti. Le differenze fra questo nuovo contratto, di cui lo schema non fu mai comunicato ai sottoscritti, ed il progetto del 30 maggio, consiste specialmente in ciò :

Che il contratto suddetto, oltre le saline di Barletta concedute per anni 35 in vece che per 30 anni, concede pure per anni 50 le miniere di sale di Altomonte;

Che la facoltà nel Governo di elevare la sua domanda ai 300,000 quintali è tramutata in obbligo ;

Che la cauzione di lire 150,000, la quale, a termini del primo progetto, avrebbe dovuto sussistere finchè durava il contratto, viene elevata a lire 150,000, ma deve cessare appena sieno migliorati dal concessionario, mediante la spesa di simil somma, i mezzi d'imbarco.

Del resto il Governo si obbliga ivi di pagare il prezzo del sale di Barletta in centesimi 65 il quintale metrico; di continuare la costruzione della diga (spesa di oltre 300,000 lire) e di mantenerla. Nel rapporto che l'egregio ministro fa precedere al suo progetto di legge e di contratto mostra inoltre di credere utile il contratto stesso pei risparmi delle spese di amministrazione, per la diminuzione di quelle di trasporto e per l'assoluta cessazione delle spese di miglioramenti, i quali invece, eseguiti dal concessionario, andrebbero a totale beneficio dello Stato; e infine avverte come non concedendosi quelle saline a chi ne possiede già altre, si eviti il pericolo di un monopolio di fatto.

Il sottoscritto, stimando per una parte che quel contratto non fosse utile alla nazione, per l'altra che non gli fosse chiuso l'adito a far valere, a proporre tuttavia un contratto più utile alle pubbliche finanze, sotto 10 stesso giorno 26 giugno, insieme al barone Ad ragna (che firmò per garantire la domanda finchè fosse venuto il mandato autentico della casa Ali), presentava alla Camera dei deputati una petizione, nella quale, esposti i fatti sopraccennati, chiedeva che non fosse approvato il contratto presentato dall' onorevole ministro, insistendo in ogni caso onde si procedesse per mezzo degl'incanti. E giustizia vuole che si dica come l'onorevole ministro non solo non si opponesse che la sua petizione fosse dalla Camera rimessa, come lo fu, alla Commissione della Camera stessa, la quale avesse dovuto esaminare il contratto da lui presentato, ma volle eziandio promettere al sottoscritto di sottoporre alla Commissione medesima il primo progetto di contratto, e con esso le osservazioni delle cose siciliane suddette.

Reputa perciò il sottoscritto nelle dette sue qualità di far cosa opportuna esponendo in queste brevi pagine e sottomettendo allo imparziale esame dei rappresentanti della nazione, onde ne abbiano conveniente ragione, i principali motivi che dettarono la succinta petizione inoltrata da lui alla Camera, e che, a suo avviso, stanno a dimostrare il pregiudizio reale che verrebbe allo Stato dalla approvazione del contratto convenuto coi signori Erlanger e compagnia, non solo per la natura singolare della convenzione in sè stessa, ma per le mutazioni indotte al primitivo progetto; e quindi la convenienza positiva, il vantaggio che proverrebbe dall'accoglimento delle più favorevoli proposte che il sottoscritto sarebbe disposto a fare, o almeno dallo esperimento dei pubblici incanti.

Non è qui il luogo d'istituire un'apposita questione sulla convenienza per parte dello Stato di cedere senza alcun compenso effettivo la proprietà, ovvero il solo uso e godimento di terreni nazionali, massime se il loro prodotto non deve già risultare esclusivamente dai nuovi capitali che vi s' impieghino a coltivarli o utilizzarli, ma è dovuto eziandio alle spese già fatte per ridurli, come ora sono appunto le saline e le miniere di Barletta e di Altomonte, in condizione di cosa fruttifera. Ma i sottoscritti si limitano ad osservare come nel caso attuale che la concessione fatta per si lungo tempo (35 e 50 anni) si delle saline di Barletta che delle diverse miniere salifere di Altomonte, ambedue già avviate e in piena coltivazione, manchi di un vero e reale corrispettivo. Il Governo cede l'uso di quelle saline e di quelle miniere che sono sua proprietà, e si obbliga di comprarne il sale a un prezzo determinato. Ma se, pagando quel prezzo de' prodotti delle sue proprietà, può dirsi ch'egli paga ciò che in gran parte è produzione dell'opera e della spesa che i concessionari v'impiegheranno, non perciò può dirsi che siasi tenuto sufficiente conto della proprietà stessa il cui uso fu conceduto e della cessione dell'uso di cose già avviate, e quindi delle spese già sostenute dal Governo per rendere coltivabili quelle terre, cioè quelle saline, quelle miniere. E siccome è certo che il conduttore o concessionario si conduce a quel contratto in vista del vantaggio che gli offrono gli elementi insieme combinati, l'uso cioè della proprietà dello Stato e l'opera e i capitali suoi, non risulta che propriamente del primo di tali elementi siasi tenuto conto; non risulta in sostanza che della concessione, come accade nelle enfiteusi, il Governo abbia stipulato a proprio favore un vero, distinto e reale correspettivo ; sicchè la concessione potrebbe da un lato dirsi gratuita, mentre pur troppo effettive e gravissime sono le obbligazioni che lo Stato assume di acquistare il sale che sarà prodotto; di acquistarlo per una considerevole quantità e per un tempo lunghissimo, durante il quale il suo prezzo può facilmente mutarsi.

Nè si dica che il tenue prezzo del sale convenuto nel contratto contiene implicito quel correspettivo; o che esso risulta dallo insieme del contratto, della cessazione delle spese di amministrazione e di sorveglianza, dalle importanti migliorie che il concessionario deve far a sue spese, e dal doverle esso lasciar ad ultimo a beneficio dello Stato. -Il prezzo del sale è assai più elevato di quanto potrebbe darsi; e una prova, senza cercarne altre, si ha da ciò, che il sale di ottima qualità vendesi dalla casa Ali, in Trapani, non già nei cumoli, ma a bordo al prezzo non maggiore di centesimi sessanta come essa dichiarò al Ministero, e come nuovamente dichiara. –Delle spese di amministrazione tiene pur conto alla sua volta il concessionario nel fissare il prezzo del sale; nè la differenza fra le due amministrazioni può esser tale da importare una sensibile differenza nel prezzo stesso.

Inoltre le spese sopportate dal Governo non cessano già interamente. Esso continua a tenere sul luogo molti impiegali; e la vigilanza e custodia per mezzo di numerose schiere di preposti, o guardie di finanza, per impedite il contrabbando sì per via di terra che per mare, custodia che deve estendersi pel tratto di molti chilometri, deve non già diminuirsi ma raddoppiarsi dal Governo, perchè trattandosi di privativa esercitata da cittadini i contrabbandieri hanno minor ritegno a porsi in lotta con essi di quel che col Governo, e sottrarre ciò che non appartiene allo Stato. E se il concessionario estenderà, come gliene fa abilità il contratto, le sue saline in altri punti del littorale adriatico e ionio, la difficoltà della custodia, e il pericolo della sottrazione cresceranno a dismisura, e converrà che il Governo tenga colà in piedi un vero esercito d'ispettori e di guardie di finanza. -Quanto ai miglioramenti che il concessionario deve eseguire a sue spese e lasciar poi a pro dello Stato, pare al sottoscritto che s'illuderebbe a gran partito chi s'avvisasse che il concessionario farà quelle spese a capitale perduto o gratuitamente.

Egli, in continuazione delle molto maggiori fatte dal Governo nel tempo precedente, eseguisce quelle spese in un certo numero di anni; ma in sostanza, oltre il maggior profitto che ne viene a lui direttamente, egli le eseguisce ricevendone un vero e adeguato correspettivo dallo Stato; il quale ne lo compensa largamente mercè l'obbligo con cui si vincola di comprare da lui una vistosa quantità di sale, e di pagarlo ad un prezzo fisso per lunghissimo tratto di tempo, e mercè l'obbligo di garantirgli, mediante custodia al Governo costosissima, la privativa, cioè l'esercizio esclusivo di quella si lucrosa industria in quelle provincie, e la libera esportazione di quel prodotto all'estero; fonte di un enorme guadagno al concessionario. Oltredichè l'obbligo di continuare la costruzione della diga sul mare per grande tratto, e di difendere la esistente contro i prepotenti impeti de' marosi è sì grave che molte centinaie di mila lire esige, e che a un tratto può raddoppiarsi o crescer per modo da render più utile l'abbandono della impresa che uno conducesse per proprio conto. -Ad ultimo si nota che collo avere concessa alla casa francese quelle saline anziché ad altre case già aventi saline, non si evita già il monopolio (d'altronde impossibile per le sì diverse e cospicue saline pubbliche e private che sono nelle varie parti d'Italia), ma anzi si rende possibile il monopolio stesso, inquantochè il concessionario oltre le attuali di Barletta, oltre le miniere tutte di Altomonte, potrebbe coprire le spiaggie dell'Adriatico da Comacchio e Cervia fino all'estremo Ionio di quante saline volesse, e così far ciò che si afferma volersi evitare.

Oltre questi difetti più generali del contratto, i sottoscritti credono siano non meno evidenti, e anche più degni di speciale osservazione, i seguenti:

Si concede la privativa ad una casa francese per 35 anni, e per 50 anni; e il Governo assume l'obbligo di acquistare una insigne e certa quantità di sale e di pagarlo a prezzo fisso e costante per si lungo spazio di tempo.

Ma prescindendo dalla mutabilità e dalla possibile diminuzione del prezzo in cosi lungo periodo di tempo (1), che avverrà se la privativa del sale, come si accennò in Parlamento dovere facilmente avvenire, sarà abolita? Il Governo sarà obbligato, anche cessata la privativa, di prendere il sale dal concessionario, e di pagarlo a quel prezzo, sebbene il cessare della privativa abbia fatto inevitabilmente ribassare il prezzo del sale! Così il danno, riprodotto per moltissimi anni sarà certo e gravissimo; nè minore se il Governo in luogo del maggiore prezzo dovesse pagare una ingente indennità al concessionario! -E tanto più pericoloso e dannoso sotto tal rapporto è il nuovo contratto che si sottopone alla approvazione della Camera, inquantochè in luogo di quintali 150000 il Governo si obbliga di acquistare dal concessionario ciò che nel primo progetto era in lui meramente facoltativo, cioè altri 150000 quintali annui! -

Inoltre, il prezzo del sale giacente ne' cumuli in Barletta si consegnerebbe ora e si venderebbe dal Governo al concessionario al prezzo di centesimi 50 il quintale metrico, pagabile in quattro rate trimestrali; e il Governo 10 ricompererebbe poi dal concessionario al prezzo di centesimi 65; sicchè qualora vi giacciano per avventura 300,000 quintali, il Governo farebbe subito una perdita certa di lire 45,000 !

Infine, come già notammo, la cauzione di lire 100,000 dapprima imposta ad ogni concorrente per lo esatto adempimento de' suoi obblighi durante il contratto, dovrebbe realmente sussistere finchè sussiste il contratto, e anche oltre esso, fino a che sia eseguita la restituzione e consegna regolare delle saline, degli istrumenti, degli edifici ed altre cose che in sì lungo tratto potrebbero essere disfatte o deteriorate.. -Ma ai signori Erlanger e compagni si accorderebbe l'esenzione di tale importante obbligo appena avessero, fra i miglioramenti che si obbligano di eseguire, erogata una simil somma nel migliorare i mezzi d'imbarco! Oltre le ragioni sovraccennate circa al modo con cui in sostanza il concessionario viene ad essere compensato di quelle spese di migliorie, è agevole il riflettere che quelle

spese speciali ridondano per massima parte in beneficio particolare del concessionario medesimo, che dalla esportazione del sale all'estero trae il più grande lucro, e che quindi deve sostenere le spese necessarie a facilitare gl'imbarchi del sale, e quel mezzo di suo precipuo lucro. D'altronde lo Stato rimarrebbe senza alcuna garanzia contro i danni che al cessar del contratto si verificassero nelle saline, nelle miniere, negli edifici consegnati e nei moltissimi mobili e istrumenti affidati al concessionario.

Il sottoscritto, al quale, l'essere di Trapani e l'avere avuto sì troppo tardi l'invito di profferire offerte private, non può certo essere d'ostacolo; mentre sottopone rispettosamente allo esame del Parlamento, e dei singoli suoi membri, queste osservazioni, confida che non possa rimaner dubbio sulle troppo gravi condizioni che la casa francese E. Erlanger e compagni ha fatto al nostro Governo, sui danni positivi attuali cui il Governo si sottoporrebbe fin d'ora accettandole, e pei danni ancor più gravi e indefiniti cui si troverebbe esposto per l'avvenire.

Come cittadini amanti sinceramente del loro paese, non si ristettero i componenti le case suddette, quand'anche ciò potesse poi risultare a danno di loro come industriali, dal denunziare francamente gl'inconvenienti che somiglianti contratti possono arrecare al Governo. -Come proprietari di accreditate saline nazionali, essi, qualora il Governo e il Parlamento, per ragioni di pubblica utilità o convenienza, persistano nel proposito di concedere altrui l'uso delle saline di Barletta e delle miniere d'Altomonte, dichiarano espressamente che, se il Governo vorrà procedere a tal concessione per mezzo d'incanti, essi vi concorreranno di buon grado, e confidano che lo Stato non potrà che averne migliori condizioni. e in pari tempo dichiarano che, se il Governo preferirà il sistema di concessione per contratto privato, essi, proprietari e industriali italiani, sono disposti a migliorare sensibilmente il contratto che fu conchiuso colla ditta straniera E. Erlang'er e C.

Qualunque delle diverse vie indicate dal sottoscritto piacerà al Parlamento e al Ministero di seguire, lo Stato e la nazione ne avrà positivo vantaggio; e ciò gli dà fiducia di vedere fatto buon accogli mento alle sue osservazioni sì dal Parlamento nazionale che dal Ministero.

 

(1) Un esempio del quanto sia pericoloso un contratto siffatto porge quello che fu stipulalo nel 1852 dal Governo sardo coi proprietari delle saline di Cagliari. II Governo paga il sale in Genova L. 1 80 il quintale, e non può profittare del grandemente minor prezzo a cui oggi glielo offrono ivi, anche di migliore qualità, i proprietari delle saline di Sicilia.

 

Tanto a nome proprio, quanto come rappresentante della casa Alì.