ALBERTO ROGELIO 

         FERRARI(O)

        (Buenos Aires 1913-1966)

 

di  Domenico Cortese

 

(Notizie sulle origini lungresi a fine articolo)

 

Alberto Ferrari � nato a Buenos Aires il 30 settembre1913 da Pietro e da Angela Peluffo di origine urugaiana. Alberto � il terzo nato in casa Ferraro.

Pietro � emigrato in Argentina intorno al 1896. Sarto di professione, con il suo lavoro da sostentamento alla famiglia e fa studiare tutti i figli. I fratelli maggiori, Giuseppe e Angelo, finite le scuole superiori, si iscrivono all�universit� frequentando la facolt� di Economia e Commercio. Poco tempo dopo, non appena acquisite certe conoscenze contabili,  incominciano a lavorare. Angelo, trova lavoro in "La Vanguardia", un giornale socialista, e porta in casa quegli ideali che Alberto, un adolescente, fa subito suoi.

Nel 1930, quando Uriburu fa il colpo di stato e impone la dittatura, Alberto � prossimo a finire la scuola. Vuole, allo stesso modo dei sui fratelli, iscriversi all'universit� e frequentare la facolt� di Magistero perch� la sua vocazione � insegnare.

A seguito del colpo di stato, i tempi sono profondamente cambiati e la situazione economica � diventata difficile per cui Alberto � costretto a trovarsi un lavoro. Incomincia lavorare come impiegato presso il Municipio di Buenos Aires. Nel frattempo si era formata in lui una coscienza socio-politica e partecipa attivamente, dando un importante contributo, alla vita delle organizzazioni popolari.

Gli impegni di lavoro e politici non gli permettono d�iniziare gli studi universitari. Si iscrive al Partito Comunista e abbandona per sempre il desiderio di continuare gli studi. Ritiene che prima di tutto sia necessario dedicarsi alla politica per cambiare la societ�.  Come autodidatta,  studia infiniti autori , soprattutto Marx ed Engels. Il suo spirito e la sua vocazione non gli permettono di tenere per se le conoscenze,  per cui insegna agli altri. Rapidamente le sue capacit� viene conosciuta ed  il Partito Comunista Argentino lo inserisce fra i docenti che formano i quadri politici. Alberto, per�, continua il suo impegno nelle lotte sociali.

Nel 1940 finisce il contratto di lavoro come impiegato e cerca un'altra occupazione. Apprende il mestiere di fabbro ferraio e lavora un anno in uno stabilimento. 

Nel 1941 la direzione del PC gli chiede di dedicarsi a tempo pieno nell'attivit� politica. Alberto accetta la proposta e si impegner� in  politica  fino alla fine dei suoi giorni. In quel periodo il PC era un partito illegale (sar� illegale dal colpo di stato di Uriburu fino al 1960) per cui diventarne funzionario voleva dire andare incontro a svariati pericoli, compreso ritorsioni nei confronti dei familiari. Alberto ebbe l�appoggio di tutti: padre, madre, fratelli e moglie.

Il carcere  di Villa Devoto 

Nel 1942, per la sua attivit� politica, viene arrestato e condotto nel carcere di Villa Devoto a Buenos Aires. Dopo due mesi viene rimesso in libert�. Sar� il secondo lungrese, dopo Salvatore Cortese,  che sar� "ospitato" in quel Carcere per motivi politici.

Partecipa nella redazione di riviste e giornali comunisti come "Orientaci�n", "La hora", "Nuestra palabra", senza mai lasciare l'attivit� docente. Successivamente viene nominato responsabile della Commissione d'Educazione del PC, responsabilit� che porter� avanti per molti anni.

Nel 1963  entra a far parte del Comitato Centrale del PC argentino.

Nel 1964 � inviato come rappresentante del PC argentino nella redazione della Rivista Internazionale "Problemi della pace e del socialismo" con  sede in Praga.

Il 24 ottobre 1966, mentre ritornava a casa dopo aver partecipato al congresso del PC Bulgaro, perde la vita a seguito della caduta, tra Sofia e Praga, dell'aereo su cui viaggiava.

Uomo ottimista, allegro e gioioso, trascorreva volentieri con la famiglia le ore libere a disposizione. I  suoi amici e la sua famiglia lo ricordano come un uomo che cantava bene. Le canzonette italiane erano le sue preferite.

Aveva imparato la pronuncia dell�alfabeto albanese, senza capirlo, e leggeva articoli di riviste a suo padre ad alta voce. Il padre ascoltava e traduceva per tutta la famiglia. 

Alberto ha scritto molti articoli ed editoriali, per� solo una parte dei suoi scritti � stata raccolta in un opuscoletto.

I suoi insegnamenti, la sua umanit� e il modo non settario di approccio alla realt� politica e sociale sono rimasti nella memoria dei sui compagni di partito e dei suoi "discepoli".Benito Sak, quell'uomo che fu deportato dall'Argentina con il Cortese nel 1932, ricorda Alberto come "un uomo con idee chiare, sicuro de s� stesso, ma profondamente tollerante con le idee differenti".  

 

 

 

(Notizie e documenti  forniti dal figlio Mario)

 

Il telegramma inviato dall'allora segretario generale del Partito Comunista Victorio Codovilla

 

LE ORIGINI LUNGRESI

 

Il padre di Alberto, Pietro, � nato a Lungro il 20 ottobre 1881. 

Il nonno Giuseppe � stato uno dei cinquecento lungresi che si sono uniti a Garibaldi durante la "Spedizione dei Mille".  Nel 1866 ha partecipato alla Terza Guerra d'Indipendenza. 

Giuseppe con la moglie Labella Frisini emigrano in Argentina verso il 1879. Dopo un anno ritornano in Italia perch� Giuseppe si � ammalato di rubercolosi e i medici hanno raccomandato "l'aria di montagna". Uno dei figli, per�, rimane in Argentina.

A Lungro nasce Pietro. Giuseppe muore qualche anno dopo la nascita del figlio. Labella e gli altri figli, forse per problemi economici, ritornano in Argentina per ricongiungersi a quello rimasto l�.

Il cognome Ferraro, tra il 1899 ed il 1900, si trasform� in Ferrari. Allora, per la richiesta del passaporto argentino, spesso si cambiava il nome italiano in spagnolo. Pietro � diventato Pedro e, con l'occasione, anche il cognome � stato modificato.

Pietro Ferraro

 

 

 

Una parte dell'albero genealogico (sulla destra dello schermo i residenti a Lungro).

 

ANGELO FERRARO � RACHELE FREGA

GIUSEPPE

1838

                        VINCENZO

                              1851

                              

 

PIETRO

        ANGELO           GIUSEPPE

      

                                                   

GIUSEPPE   ANGELO  ALBERTO 

         VINCENZO    ALBERTO   ANGELO